Un gesto che cambia la storia - Live Sicilia

Un gesto che cambia la storia

Il gesto dei ragazzi del Movimento Cinque Stelle va rimarcato. La restituzione dei soldi dell'Ars è un atto che incrina un vecchio sistema. Giusto riconoscerlo, senza indulgere al permanente cinismo.

I parlamentari del Movimento Cinque Stelle restituiscono una parte consistente dei soldi percepiti nella veste di onorevoli dell’Ars. E’ un fatto nuovo. E’ un atto di buona politica. E i fatti sono infrangibili, anche se gli scagli contro un’opinione contraria. Il mantenimento di una promessa è la prima novità in un panorama decrepito: l’hanno detto e l’hanno realizzato. Non ci siamo abituati e da qualche commento che si legge sul nostro giornale c’è quasi un moto di stizza. I politici che si applicano seriamente, che sono fedeli agli impegni che sanno passare dalla demagogia alla concretezza, spesso, non piacciono. Tolgono protezione agli altri, agli anonimi della società civile che giustificano le proprie manchevolezze, additando le istituzioni come esempio negativo.

L’alibi è consueto. Loro sono tutti gli stessi, ‘tutti i stissi’, potremmo noi comportarci diversamente? La responsabilità toglie le scuse. Siamo costretti a diventare conseguenti, onesti e precisi, se non c’è l’ombra del potente di turno a coprire le macchie della coscienza popolare.

Abbiamo elaborato un cinismo che non ci permette di cogliere un passaggio diverso. I ragazzi siciliani del Movimento Cinque Stelle, al momento, costituiscono una garanzia, danno corpo a un elemento di fiducia, forniscono risposta alle domande dei cittadini, di coloro che intendono muoversi nel solco di una maggiore partecipazione alla vita pubblica, non disperdendo la favilla di un’indignazione comprensibile, nel rogo autodistruttivo appiccato senza discrimine né intelligenza. Non ricordiamo a memoria di cronista un evento del genere. Dal Palazzo delle auto blu e dei privilegi, sotto la crosta dei bei discorsi, è immancabilmente giunto un messaggio di separazione, di apartheid tra una casta di divinità cinte di stelle e d’alloro e il popolino minuto cui compete la preghiera a mani giunte, nell’implorazione della benevolenza.

E gli scambi dall’uno e dall’altro confine si sono caratterizzati nella scrittura di un perverso contratto: voti in cambio di favori, prebende e sotterfugi, mai di diritti. Il gesto dei ragazzi a Cinque Stelle incrina quel legame, nel segno della trasparenza, e propone un patto di cittadinanza rinnovato. Troppo bello per essere vero? Chissà. Intanto è onesto riconoscere il cambiamento di rotta.


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