Il doppio arresto di “Occhiolino”| Il fornitore di droga dei messinesi - Live Sicilia

Il doppio arresto di “Occhiolino”| Il fornitore di droga dei messinesi

Il ruolo di Sebastiano Sardo all'interno dei Cappello e i suoi affari con gli spacciatori coinvolti nell'inchiesta "Doppia Sponda".

CATANIA – Lo specialista dello smercio di “erba” dei Cappello. Il pentito Davide Seminara definisce così Sebastiano Sardo, detto l’Occhiolino, finito ieri in manette nell’operazione “Wink” della Squadra Mobile di Catania. Sarebbe stato il gestore della piazza di spaccio di via Alonzo e Consoli a San Cristoforo, che sarebbe servita anche a rifornire organizzazioni di pusher di Gela, Paternò e Messina. Sardo sarebbe riuscito a creare sotto casa una vero e proprio store al dettaglio e all’ingrosso di cocaina e marijuana, anche se i collaboratori di giustizia lo conoscono maggiormente – come già detto – per lo spaccio di erba. Parlano di lui come uomo dei Cappello Bonaccorsi Golfredo Di Maggio, spacciatore “storico” della zona di via Stella Polare, e anche Salvatore Cristaudo, soldato del gruppo del narcotraffico dei Nizza di Librino. Ma a provare la sua militanza all’interno della cosca, in particolare nell’ala militare dei Carateddi, sono le sue frequentazioni di alto “rango criminale”.

Sebastiano Sardo si incontra spesso con uomini di spessore del clan Cappello Bonaccorsi, come Massimo Salvo, U Carruzzeri e Santo Strano, Facci i Palemmu. Due tra i 30 indagati chiave dell’inchiesta Penelope della scorsa settimana che ha fatto piazza pulita della nuova cupola della cosca del “passareddu” (così è chiamato il quartier generale dell’organizzazione criminale). Sardo è immortalato in un immagine mentre si “scambia” un bacio con Sebastiano Calogero, arrestato nel blitz della scorsa settimana. Il saluto affettuoso era riservato – hanno evidenziato i pm della Dda – ai personaggi al vertice della consorteria mafiosa. Un altro dettaglio per comprendere il posto di rilievo che Occhiolino occupa all’interno dei Cappello.

La piazza di spaccio “amministrata” da Occhiolino sarebbe stata anche il centro all’ingrosso per gruppi di spacciatori di Messina. Una ricostruzione quella della polizia che trova piena conferma dall’operazione “Doppia Sponda” dei Carabinieri di Messina, che ieri hanno notificato a Sebastiano Sardo un’altra ordinanza di custodia cautelare in carcere. Un doppio arresto per il trafficante dei Cappello, che in un solo giorno si è visto arrivare due provvedimenti.

L’indagine dei carabinieri fotografa un momento preciso degli affari gestiti da Maurizio Calabrò, detto Militto, nel messinese. E’ il 2012. Gli investigatori documentano due canali di fornitura del gruppo criminale, uno con i calabresi (probabilmente per la cocaina) e un con Sebastiano Sardo (per la marijuana). Calabro fino al 2013 avrebbe “curato” in prima persona il reperimento della droga attraverso “contatti personali”. Milito e Occhiolino erano legati da uno stretto rapporto di amicizia. Un legame così viscerale che porta Calabrò a farsi tatuare sul braccio “Sebastiano” il nome di Sardo. Nell’estate del 2013 Militto finisce in carcere per un carico di 5 chili di erba. A quel punto prende il comando Giuseppe Valenti che, seguendo l’esempio di Calabrò, organizza il trasporto dello stupefacente da Catania e anche da Gioia Tauro, in Calabria.


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