Il governo e l'Ars impantanata | Aspettando i gruppi che verranno - Live Sicilia

Il governo e l’Ars impantanata | Aspettando i gruppi che verranno

Commenti

    Per cortesia non dite che il governatore parla di politica. Solamente farnetica.

    La situazione non è delle migliori, ma sentire Lupo è veramente troppo! Senti chi parla, non ha ancora capito che il silenzio è un obbligo visto il Suo operato?

    Il presidente aveva detto che si sarebbe dimesso, sarebbe un gesto che lo potrebbe rivalutare.

    Cordaro mediatore? Allora dormiamo tranquilli!

    Bhe…. NON SI ASPETTINO VOTI DAI SICILIANI DELUSI OVVIAMENTE. QUINDI NON SI SORPRENDANO PER IL RISULTATO.

    Bisogna allargare la maggioranza al più presto anche col rimpasta, basta con assessori che non sono rappresentati in Ars da nessun deputato

    LA BALLATA DEL PRODE ANSELMO di Giovanni Visconti Venosta (1831 – 1906), scrittore e poeta italiano.
    —————————————
    Passa un giorno, passa l’altro
    Mai non torna il prode Anselmo,
    Perché egli era molto scaltro
    Andò in guerra e mise l’elmo…

    Mise l’elmo sulla testa
    Per non farsi troppo mal
    E partì la lancia in resta
    A cavallo d’un caval.

    La sua bella che abbracciollo
    Gli dié un bacio e disse: Va!
    E poneagli ad armacollo
    La fiaschetta del mistrà.

    Poi, donatogli un anello
    Sacro pegno di sua fe’,
    Gli metteva nel fardello
    Fin le pezze per i pié.

    Fu alle nove di mattina
    Che l’Anselmo uscia bel, bel,
    Per andar in Palestina
    A conquidere l’Avel.

    Né per vie ferrate andava
    Come in oggi col vapor,
    A quei tempi si ferrava
    Non la via ma il viaggiator,

    La cravatta in fer battuto
    E in ottone avea il gilé,
    Ei viaggiava, è ver, seduto
    Ma il cavallo andava a pié,

    Da quel dì non fe’ che andare.
    Andar sempre, andare, andar…
    Quando a pié d’un casolare
    Vide un lago, ed era il mar!

    Sospettollo… e impensierito
    Saviamente si fermò.
    Poi chinossi, e con un dito
    A buon conto l’assaggiò.

    Come fu sul bastimento,
    Ben gli venne il mal di mar
    Ma l’Anselmo in un momento
    Mise fuori il desinar.

    La città di Costantino
    nello scorgerlo tremò
    brandir volle il bicchierino
    ma il Corano lo vietò.

    Il Sultano in tal frangente
    Mandò il palo ad aguzzar,
    Ma l’Anselmo previdente
    Fin le brache avea d’acciar.

    Pipe, sciabole, tappeti,
    Mezze lune, jatagan
    Odalische, minareti
    Già imballati avea il Sultan.

    Quando presso ai Salamini
    Sete ria incominciò
    E l’Anselmo coi più fini
    Prese l’elmo, e a bere andò.

    Ma nell’elmo, il crederete?
    C’era in fondo un forellin
    E in tre dì morì di sete
    Senza accorgersi il tapin

    Passa un giorno, passa l’altro
    Mai non torna il guerrier
    Perché egli era molto scaltro
    Andò in guerra col cimier.

    Col cimiero sulla testa,
    Ma sul fondo non guardò
    E così gli avvenne questa
    Che mai più non ritornò.

    Si invitano i Siciliani sensibili e tra di loro rispettosi, ad intervenire socialmente (assistiti dalla Svezia con contratto decennale, rinnovabile), a salvare il salvabile di questa sfortunata Sicilia, ma potenzialmente ricca in grado di risolvere ai propri ospiti, tutte le problematiche creati dal 1948 ad oggi da parte i responsabili del sistema politico fallito in essere, con un debito pubblico ora anche alle stelle.Chi ha tempo non aspetti tempo!

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Gli ultimi commenti su LiveSicilia

Non entro nel merito del caso specifico alquanto complesso, però non bisogna andare molto lontano o fare discorsi arzigogolati per capire il perché i giovani se ne vanno dalla Sicilia. Fare impresa o anche aprire un piccola attività "bugigattolo" significa fare i conti con questa realtà di "lurida mafia"..

bisogna capire se la bambina si trovava in un luogo pubblico comunale e non in un area privata perchè un cane non può essere lasciato solo senza osservazione in un luogo pubblico. ancora purtroppo qualcuno è convinto che oltre il portone di casa propria sia sua proprietà

In effetti sembra che i colpevolisti non vogliano conoscere la verità ma solo affermare che i ragazzi sono colpevoli per principio, a prescindere. E che invece le ragazze sono innocenti per principio, a prescindere. È un modo folle di intendere la parità uomo donna, perché presuppone il contrario di quel che il femminismo ha sempre giustamente affermato e cioè che uomini e donne non devono e non possono essere trattati in modo diverso, ma hanno uguali diritti e doveri. Al giudice deve interessare la verità, non l'articolo morboso del cronista del locale quotidiano che per fare colpo sembra che parli di mostri e demoni.

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