"Il Pd vuole i miei contributi? | Un gesto meschino" - Live Sicilia

“Il Pd vuole i miei contributi? | Un gesto meschino”

Il Partito democratico sta per contestare a Crocetta e ai componenti della giunta il mancato versamento del contributo di 1.500 euro al mese al partito. Il governatore: "A me risulta che a pagare debbano essere i deputati del gruppo Pd. Io sono iscritto al Megafono...". Gli assessori cascano dalle nuvole: "Nessuno ci ha chiesto quei soldi"

PALERMO – “Versare soldi al Pd? Inizi il partito a rimborsarmi le spese della campagna elettorale”. Il presidente non ci sta a passare per “moroso”. Per “cattivo pagatore” di quel partito al quale è iscritto, sì, ma fino a un certo punto.

La vicenda dei rimborsi che il presidente Crocetta e i quattro assessori avrebbero dovuto versare al Pd fu sollevata alcuni giorni fa dal democratico Tonino Russo, in una intervista proprio a Live Sicilia. Ma, come una palla di neve tramutatasi in valanga, è cresciuta, giorno dopo giorno. È stata ripresa e rilanciata da altri organi di informazione. E soprattutto è finita all’attenzione dei vertici del partito regionale. Con tanto di lettere pronte a partire con la contestazione ufficiale a Rosario Crocetta, Luca Bianchi, Mariella Lo Bello e Nino Bartolotta, i quattro componenti della giunta ad essere iscritti al partito democratico. La quota incriminata è di 1.500 euro mensili, che – stando al regolamento finanziario del Pd – sia i deputati regionali che i componenti del governo devono versare alle casse del partito. Ma il più “autorevole” tra i debitori, oggi replica andando al contrattacco. “È inaccettabile – ha tuonato Crocetta – che certe comunicazioni si facciano ai giornali, prima che ai diretti interessati. Nessuno mi ha chiesto di versare quei soldi, e comunque non intendo farlo”.

E i motivi alla base del “no” del governatore sono diversi: “Intanto – contrattacca Crocetta – il partito dovrebbe rimborsarmi le spese per la campagna elettorale. Sono disposto ad abbonargliele per compensare i versamenti che secondo loro avrei dovuto effettuare. Vedremo, alla fine dei conti, chi ci guadagna e chi ci perde”. Una questione di “soldi”, certo, ma anche di regole. Che sta estendendosi anche all’Ars, dove tra i “morosi” figuerebbero anche i deputati Ferrandelli, Laccoto e la new entry Vullo. Un ritardo nei pagamenti che starebbe scontentando diversi colleghi, che hanno già “rallentato” la frequenza di quei versamenti.

Ma proprio all’Ars, la vicenda dei contributi al partito sta facendo risaltare, una volta di più, le contraddizioni del rapporto tra il Pd e il movimento del governatore: “A me risulta – ha detto infatti Crocetta – che lo Statuto imponga i versamenti solo agli iscritti al gruppo parlamentare del Pd. Io mica faccio parte di quel gruppo, io sono iscritto al Megafono”. Frase che certamente agirà come benzina sul fuoco delle polemiche già sollevate in passato da altri esponenti democratici ai quali la questione della “doppia essenza” del governatore ancora non va giù. “Io non capisco perché ancora – prosegue Crocetta – qualcuno insista su questa vicenda. Se io faccio una mia lista, d’accordo col Pd, e una volta che questa lista entra in Parlamento cosa dovrei fare, non aderire? Insomma, Crocetta non dovrebbe far parte della ‘Lista Crocetta’? Si sarebbe trattato di una truffa nei confronti dell’elettorato…”. Insomma, il clima tra Pd e Megafono non è mai del tutto sereno. E lo conferma la reazione e le parole usate da Crocetta che oggi ha parlato, in riferimento alla richiesa di versamento dei contributi, di gesto “assurdo e vergognoso. Un atto di meschineria politica”. Anche perché, insiste il presidente: “Io mi sono autoridotto lo stipendio del 30%. E lavoro molto più di tanti altri…”.

Ma, come detto, il Pd non “batte cassa” solo nei confronti del presidente. A essere in ritardo di ben nove mesi sui pagamenti sarebbero anche gli assessori riferibili al Pd. Anzi, “sono” anche gli assessori. Che ammettono, quasi in coro: “Non abbiamo versato nulla, ma nessuno ci ha chiesto di farlo”. Compreso l’assessore all’Economia Luca Bianchi, che spiega: “Io pago regolarmente la mia quota di iscrizione al Pd, a Roma. Certamente quei soldi io non li ho dati. Ma non ero al corrente di questo fatto, non sapevo che si dovessero versare quei soldi. Vedremo – chiude ironizzando – magari chiederò una rateizzazione…”. Stesso discorso per l’assessore alle Infrastrutture Nino Bartolotta: “non so che dire – spiega- io ho versato mille euro al Pd provinciale e altri duemila come contributo alla campagna elettorale. Del fatto che dovessi versare altri soldi non ero a conoscenza. Se la regola è questa, pagherò. A questo punto sarò io a chiedere qualche informazione al partito”. Ancora più secco il commento dell’assessore alla Formazione e all’Istruzione Nelli Scilabra: “Dal Pd non ho mai ricevuto alcuna richiesta di contributo”. Sibillino, invece, l’assessore al Territorio Marella Lo Bello che, a differenza degli altri, non dichiara di “cadere dalle nuvole”: “Per nulla – dice – anzi, io conosco le regole del mio partito. Partito che sa bene perché io quei soldi non li ho versati. Mi dispiace molto però, per il modo che il Pd ha scelto per avanzare questa richiesta. Un comportamento che non è degno del Pd, della sua tradizione. Nel mio caso, ad esempio, sarebbe bastato che il partito si informasse col Pd di Agrigento per conoscere i motivi del mancato versamento. Pazienza”.


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