L’atmosfera è seriosa all’hotel Baia Verde di Aci Castello per il primo congresso del Movimento di Responsabilità Nazionale, il neonato partito del transfuga Domenico Scilipoti, passato nei giorni caldi della fiducia al Governo Berlusconi IV dall’Idv a sostenitore del premier.
A presenziare all’evento una platea di circa 500 persone provenienti dalle diverse province siciliane e una schiera di politici isolani di fede berlusconiana che hanno salutato, insieme alla banda musicale, il battesimo siciliano del movimento. Tra i presenti il co-coordinatore Pdl Nania, il sindaco messinese Buzzanca, il presidente della Provincia peloritana Nanni Ricevuto e il neo ministro dell’Agricoltura Saverio Romano.
Attorno al vulcanico Scilipoti ci sono i fedelissimi del neonato movimento: Rocco Crimi, sottosegretario alla presidenza del consiglio, e Bruno Cesario, passato dall’Api alla responsabilità proprio nei giorni precedenti il fatidico 14 dicembre. Ai partecipanti è stata distribuita anche la nuova produzione editoriale dal titolo “la Responsabilità”, dove sopra il faccione di Scilipoti scorrono i punti cardine del partito, come il “paradigma olistico” e la posizione contro l’anatocismo bancario, questione che ruota intorno ai tassi d’interesse bancari.
Scilipoti, parlando di sé in terza persona, ha attaccato prima Fini e poi Granata per i suoi trascorsi nel governo regionale targato Cuffaro e ha poi citato Ezra Pound (sbagliando, da neofita della destra), parafrasando il suo motto storico sulla difesa delle proprie idee. Il lungo discorso è terminato con un’invettiva contro i magistrati che perseguitano Berlusconi, citando il caso di Enzo Tortora, e con la messa in guardia di “un rischio di guerra civile nel nostro paese”. Gli altri interventi di Bruno Cesario e Carmelo Barbagallo, coordinatore regionale per la Sicilia, hanno in sostanza ricalcato la linea fondante del movimento.
Il momento clou è la telefonata di Silvio Berlusconi. Scilipoti entusiasta gli fa ascoltare l’inno del Movimento e il presidente ironico risponde che lo proporrà tra le canzoni del bunga bunga. Poi il premier passa in rassegna il momento politico italiano: dalla tenuta della maggioranza all’emergenza immigrazione.
“Abbiamo una maggioranza coesa in grado di portare avanti la riforma della giustizia e la riforma tributaria che prima Fini e i suoi ci impedivano di portare avanti mettendosi di traverso”. E ancora, nel suo intervento telefonico il premier ha parlato del “vento di libertà e democrazia che sta soffiando sul Mediterraneo” e ha citato l’afflusso di oltre “ventimila migranti, la maggior parte venuti in Italia per cercare lavoro. Il forte vento ha impedito i trasferimenti sulle navi dei clandestini a Lampedusa – ha affermato Berlusconi – e per domani sera l’isola sarà ridata completamente ai suoi cittadini”.
Verso l’ora di pranzo termina il congresso e ripartono verso casa i bus che hanno portato a Catania diversi gruppi di responsabili.