Il rigattiere freddato a Librino |Marino condannato per omicidio - Live Sicilia

Il rigattiere freddato a Librino |Marino condannato per omicidio

La Corte d'Assise d'Appello ha confermato la sentenza del gup.

UCCISO NEL 2015
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CATANIA – Per un po’ di tempo sul muro di uno dei palazzi del civico 2 del viale Castagnola è rimasta un’impronta di sangue. Era stato l’ultimo tentativo di aggrapparsi alla vita di Giovanni Di Bella, il rigattiere freddato la sera del 30 marzo 2015.Un colpo di pistola al petto sparato da Alessio Marino, appena 19enne. Dietro quell’omicidio una storia assurda: una risposta di prevaricazione e arroganza. Erano volati stracci quel giorno di cinque anni fa in quell’androne maledetto: Giovanni Di Bella aveva difeso il figlio durante un litigio tra adolescenti. I due ragazzi avevano una cotta per la stessa ragazza. Ma il rivale in amore era il fratello minore di Alessio Marino, rampollo di una famiglia criminale di Librino. Droga, mafia, rapine. All’epoca erano legati ai Nizza, i ras tra i grattacieli dello spaccio. E così gli insulti di un padre sono diventati un sopruso che non poteva rimanere irrisolto. La soluzione furono le pistolettate. I carabinieri arrestarono Marino poche ore dopo. Catania rimase sgomenta davanti a quell’atto mafioso.

Il giovane omicida è stato condannato a 30 anni dal gup nel 2017. Cadde l’aggravante dei futili motivi. In quel processo finirono le testimonianze, le intercettazioni e gli esiti investigativi dei carabinieri. Qualche giorno fa la Corte d’Assise d’Appello di Catania, presieduta da Rosario Cuteri, ha letto il verdetto con cui ha confermato la condanna a tre decenni di reclusione per l’omicidio del rigattiere. I difensori, gli avvocati Andrea Gianninò e Mario Brancato, attendono di leggere le motivazione della sentenza di secondo grado. Ma il ricorso in Cassazione è di fatto scontato. Alessio Marino in questi ultimi cinque anni è stato al centro di diverse indagini di mafia, come ad esempio, Carthago. Lui, insieme al fratello Gaetano e al padre Raffaele sono stati condannati con pene severissime. Per lungo tempo i Marino si sono sentiti i ‘padroni’ di un regno criminale. Pensavano addirittura di poter decidere della vita di chi aveva avuto la sfortuna di affrontarli. Ma la giustizia è arrivata. E li ha fermati.

 

 

 


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