Il Sole24Ore contro Crocetta: | “Basta promesse, servono i fatti” - Live Sicilia

Il Sole24Ore contro Crocetta: | “Basta promesse, servono i fatti”

Il quotidiano che fa capo a Confindustria entra a gamba tesa sull'attività di governo: “Il tempo delle scelte stringe. Non è più il momento degli annunci ad effetto, è il momento di agire. L'opinione pubblica aspetta di poter giudicare i fatti”.

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PALERMO – In principio fu amore. Incondizionato. Ma i sentimenti, si sa, cambiano. E quello tra il governatore Rosario Crocetta e Confindustria pare attraversare una fase calante. Sì, perché se è vero che appena tre mesi fa gli industriali piazzavano il secondo assessore di fila nella giunta di governo (dopo Marco Venturi, confindustriale-assessore alle attività produttive con Raffaele Lombardo, la stessa poltrona è stata infatti occupata sotto la giunta Crocetta da Linda Vancheri, funzionaria di Confindustria Caltanissetta), è anche vero che proprio oggi in un articolo dal titolo “Il caos voluto negli uffici di Palermo” Il Sole24Ore, giornale che fa capo agli industriali, dà un aut aut al neogovernatore: basta con gli annunci. “Il tempo delle scelte stringe per Crocetta – scrive Giuseppe Oddo –. I critici del presidente, quanti ritengono che a manovrarlo siano i vecchi fiancheggiatori di Lombardo e dimenticano il suo passato di sindaco antimafia a Gela, aspettano al varco la sua giunta. Non è più il momento degli annunci ad effetto, è il momento di agire. L’opinione pubblica aspetta di poter giudicare i fatti”.

E gli unici fatti enunciati da Oddo non sembrano potersi annotare nella casella delle “buone cose”. Anzi. Si parte dal dipartimento all’Energia: “C’era un caos organizzativo voluto – si legge –: 15-16 mila istanze che aspettavano di essere esaminate, alcune addirittura dal 2006, e corsie preferenziali per amici e raccomandati. Da questo dipartimento dipende la costruzione di centrali elettriche da fonti alternative e rinnovabili. Un sì, un no o una lungaggine procedurale possono spostare profitti da un imprenditore onesto a un prestanome della criminalità organizzata”. E se si considera che un impianto eolico di taglia medio-piccola può fruttare fino a 1,5 milioni di utile al mese, è chiaro come il boccone sia decisamente ghiotto. E qui c’è il primo nodo sottolineato dal Sole24Ore: “Nel 2011 alla direzione generale dell’Energia arriva Gianluca Galati, dirigente di provenienza esterna, il quale comincia a mettere ordine in questo inferno organizzativo”, rimuovendo anche il dirigente che ha gestito il servizio per anni, Francesca Marcenò, e spostando un funzionario al quale era stata delegata la gestione di tre province (Palermo, Trapani e Agrigento), dandogli di fatto più potere del direttore generale. “Dopo l’arrivo di Galati – continua Oddo – comincia a cambiare tutto”. Ma, e questo è il primo pugno nello stomaco di Crocetta, il neogovernatore lo rimuove.

Si passa quindi ad un settore estremamente delicato, quello della formazione definita una delle “mangiatoie regionali”. E qui, la seconda domanda: “Sarà possibile per Crocetta affondare il bisturi nella formazione quando l’ex direttrice di quell’area, Patrizia Monterosso, che ne fu responsabile durante la presidenza Cuffaro, oggi occupa la più alta carica burocratica, quella di segretario generale della Regione?”.

Quindi il terzo quesito. Questa volta si parla di edilizia residenziale pubblica. Tradotto, le case popolari, altra area, la definisce l’articolo, “a forte rischio di corruzione e di infiltrazione mafiosa”. “I controlli non esistono – si legge –. Il tasso di evasione del canone degli alloggi popolari ceduti in affitto dalla Regione è dell’ordine del 50 per cento. A Palermo e Catania un quarto del patrimonio edilizio pubblico è occupato in modo abusivo”. Per non parlare delle plusvalenze realizzate da alcuni proprietari che, dopo aver acquistato gli immobili a prezzi irrisori dagli Iacp, li hanno contestualmente rivenduti a prezzi di mercato per poi presentare domanda per un nuovo alloggio popolare. Una situazione di assoluta emergenza per recuperare la quale Vincenzo Pupillo, dirigente del dipartimento Infrastrutture, ha proposto a Crocetta il commissariamento straordinario degli Iacp, il cui patrimonio dovrebbe confluire in un unico ente economico istituito con apposita legge regionale. Ma anche in questo caso nulla si è ancora mosso. Così come sugli appalti pubblici, affidati per lo più per trattativa privata visto che l’Urega, ossia l’Ufficio regionale espletamento gare d’appalto, si occupa solo di quelli da 1,25 milioni in su.

Ed ecco un altro pugno nello stomaco del presidente. Che, tra le priorità del suo governo, aveva indicato ad esempio la riforma dei rifiuti, tante volte chiesta dagli industriali, ma rinviata al prossimo settembre. E nelle more? È stata prorogata la vita degli Ato, gli Ambiti territoriali ottimali, e data la possibilità ai Comuni di gestire in proprio o in forma associata le gare d’appalto per la raccolta dei rifiuti solidi urbani. Un piccolo passo invece della corsa annunciata. Ma, in una regione che rischia il soffocamento, i piccoli passi evidentemente non bastano più. Anzi, creano dei mal di pancia neanche troppo velati. E il presidente adesso è stato “avvisato”.


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