Il tragico tuffo all'Acquapark, l'addio del Capo a Giovanni - Live Sicilia

Il tragico tuffo all’Acquapark| L’addio del Capo a Giovanni

L'ultimo saluto al 26enne morto dopo l'incidente al parco acquatico. Lacrime e palloncini alla chiesa della Mercede

PALERMO – “Nessuno muore sulla terra fino a quando vive nel cuore di chi resta”. “Sarai sempre con noi Giovanni, non ti dimenticheremo”. Sono soltanto alcune delle frasi scritte sui grandi lenzuaoli che oggi sono stati appesi tra i balconi e sopra le insegne dei negozi dello storico quartiere del Capo a Palermo.

Una zona in lacrime ormai da tre giorni, da quando per Giovanni Albamonte, che tutti conoscevano, si sono spente le speranze. Oggi è il giorno dell’addio: il funerale è stato celebrato nella chiesa della Mercede, dove erano presenti tutti gli amici della confraternita di cui il 26enne faceva parte e quelli d’infanzia della zona dei Cappuccini, di cui era originario. Nella piazza che si trova davanti alla chiesa, decine le perosne presenti per l’ultimo saluto: dopo l’incidente all’Acquapark di Monreale, avevano sperato fino all’ultimo nel miracolo.

Giovanni Albamonte, sposato e padre di due bambine, è deceduto a distanza di quattro giorni dal ricovero all’ospedale di Villa Sofia, perché le lesioni cerebrali si sono rivelate troppo gravi. Una tragedia che ha profondamente colpito tutto il quartiere, che oggi ha manifestato tutto il suo dolore pregando e salutando con palloncini e striscioni Giovanni, soprannominato dagli amici “Molla”.

A rivelarsi fatale un tuffo da uno dei giochi del parco acquatico, un enorme pallone galleggiante da cui, però, è vietato gettarsi. Dalla struttura è stato precisato più volte che gli assistenti ai bagnanti avrebbero più volte ripetuto al giovane che per scendere dal gonfiabile avrebbe dovuto utilizzare le corde: da lì non è consentito tuffarsi, vista l’acqua bassa su sui si trova. In pratica, secondo quanto ricostruito, invece di lasciarsi scivolare, il 26enne si sarebbe gettato a testa in giù, da un’altezza di circa tre metri. L’impatto con la superficie della vasca si è così rivelato molto violento, visto che l’acqua in cui galleggia il pallone sarebbe profonda circa novanta centimetri.


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