Il vicino della porta accanto | Ecco la nostra rovina - Live Sicilia

Il vicino della porta accanto | Ecco la nostra rovina

Commenti

    Condivido parola per parola. Siamo noi siciliani che per primi dovremmo fare un profondo esame di coscienza. I nostri politici e la politica in generale sono soltanto lo specchio della società siciliana.

    Bellissimo articolo, descrive la Verità del passato, del presente, è purtroppo del futuro.

    L’antefatto: «un protocollo firmato dal pm Luigi Patronaggio, da Lorenzo Airò dell’associazione “La mano di Francesco” e da Valerio Landri della Caritas diocesana, permetterà ad alcuni migranti di lavorare all’interno della procura».
    Ad Agrigento Città e provincia, la disoccupazione si taglia con il coltello. E non d’adesso. E’ un primato negativo con il quale convive da sempre. Non per niente Il cammino della speranza (1950), il film con il quale Pietro Germi narra la tragedia dell’immigrazione, è ambientato da quelle parti. Come chiamarla, se non provocazione, allora, l’iniziativa della Procura di Agrigento? Tuttavia viene propagandata come una collaborazione volontaria, anche se è sotto ogni aspetto un esercizio istituzionale razzistico senza se e senza ma a danno di quei giovani che ancora non hanno trovato la via dell’immigrazione. Che i loro padri, e prima ancora i loro nonni e bisnonni, hanno dolorosamente e ininterrottamente praticato. A questo punto della storia, allora, a quando la costruzione di una grande moschea? … In questa terra senza pace dove ai baroni con l’albero genealogico che affondavano le radici nei secoli, sono subentrate baronie diverse, ma non meno devastanti e autoritarie, Montalbano è la longa manus dell’empedoclino Camilleri: che dell’ideologia sinistra ne ha fatto un mestiere di grandissimo respiro.
    Di contra, si negano le Foibe. Si negano quei massacri. A decine di migliaia quegli italiani dimenticati, decimati, derubati, hanno dovuto lasciare lo Stivale inseguiti dalle ingiurie sinistre che li bollavano come fascisti. Mentre erano agnelli sacrificali sull’altare del comunismo venuto dall’Est. Ci si sarebbe aspettato, adesso che la verità comincia a fare finalmente capolino da quei dirupi per lungo tempo ideologicamente celati, che almeno la Chiesa dicesse qualcosa. Niente. Di Camilleri neppure a pensarci. Eppure, il cardinal Ravasi twitta i versi di Mahmood! Partecipando allo scandalo che ha fatto carta straccia di milioni di voti liberamente espressi dagli italiani, che peraltro venivano di continuo invitati a votare il loro beniamino ogni due su tre, al solo fine di far trionfare i propri desiderata. E scandalo ancora più irritante è quel gioioso messaggio cardinalizio che, oltre ad andare a suggellare un misfatto fascista, partecipava alla gioia di chi, per l’ideologica visione personale, ha calpestato un oceano di telefonate e la professionalità di un altro cantante.
    Più che vicini della porta accanto, sembrano sulla via della sorosiana visione.

    Politici di sinistra sempre uguali da 30 anni, molto simli agli ayatollah

    honhil…. lo AMMIRO

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