CATANIA – Il Tribunale collegiale di Catania ha condannato i 3 imputati che avrebbero, nel 2005, taglieggiato l’imprenditore edile di Belpasso Mario Cavallaro. Che ha poi sporto denuncia ed è da allora un testimone di giustizia. I fatti risalgono al periodo in cui Cavallaro stava lavorando, assieme al suo socio Santo Tomasello, oggi condannato in primo grado, nella zona artigianale di Catenanuova, in provincia di Enna.
I tre condannati
Tra i condannati c’è proprio Tomasello, oggi 68enne, ritenuto dalla Dda di Catania vicino a esponenti di punta del clan Santapaola Ercolano, a cui sono stati inflitti 6 anni 6 mesi di reclusione e 1.600 euro di multa per estorsione. Il Tribunale collegiale di Catania ha poi inflitto 8 anni 4 mesi e 1.800 euro di multa a Nicolò Squillaci, 54enne, ritenuto uno degli esattori del pizzo.
Condannato a 6 anni e 1.100 euro di multa Mirko Pompeo Casesa, 42enne catanese, che alla vittima, assieme a Tomasello, avrebbe chiesto 10 mila euro di pizzo per conto degli “amici di Mascalucia”. Amici che poi, secondo l’accusa, sarebbero stati i mafiosi del clan Santapaola Ercolano.
La posizione del pentito Barbagallo
Cavallaro ha sporto diverse denunce. Gli imputati, secondo l’accusa, hanno agito in concorso con Ignazio Barbagallo, all’epoca dei fatti responsabile del clan Santapaola Ercolano nei territori di Belpasso, San Pietro Clarenza e Nicolosi.
Barbagallo a un certo punto ha saltato il fosso ed è diventato un collaboratore di giustizia. Per questa ragione i giudici a lui hanno concesso l’attenuante specifica della collaborazione. E alla luce dell’attenuanti per lui è stato disposto il “non doversi procedere”. Era pure lui imputato, ma il reato nel suo caso si è prescritto.
La sentenza
La sentenza è stata emessa dal Tribunale collegiale di Catania, presieduto da Enza De Pasquale, giudici a latere Cristina Scalia e Anna Pappalardo. Il collegio si è riservato 90 giorni di tempo per depositare le motivazioni della sentenza, dopodichè inizieranno a decorrere i termini per eventuali ricorsi in appello da parte delle difese.
La parte civile, per il momento, non ha rilasciato dichiarazioni. Cavallaro ancora oggi è un testimone di giustizia, come detto, e vive sotto scorta 24 ore al giorno. Nel 2005 era socio di Tomasello e a Catenanuova, i Santapaola, gli avrebbero chiesto il pizzo pure per i gruppi mafiosi locali. Che in quel centro facevano capo al clan di Enna.