PALERMO – Alta tensione a Sala Martorana. La seduta del consiglio comunale è stata infatti sospesa dopo che Giuseppe Milazzo, capogruppo di Fratelli d’Italia ed eurodeputato, è salito in piedi saltando sul tavolo della presidenza.
Tensione in Aula
Il vicepresidente Giuseppe Mancuso è stato così costretto a sospendere i lavori. Un episodio che sarebbe conseguenza delle tensioni interne alla maggioranza che sostiene il sindaco Roberto Lagalla. Nemmeno ieri l’atmosfera in consiglio ha permesso di aprire la seduta. Giuseppe Milazzo ha spiegato il suo gesto con una articolata ricostruzione dei fatti nella quale sostiene che sono stati calpestati i regolamenti. E ovviamente il plateale gesto dell’eurodeputato ha scatenato la reazione delle opposizioni.
Milazzo: “Calpestati i regolamenti”
“E’ poca cosa salire su un tavolo quando si salta e si calpestano leggi, regolamenti, legalità e impegni con la città”, è la sintesi dell’eurodeputato. “Stante l’assenza – all’orario previsto in convocazione – tanto del Presidente del Consiglio, quanto del vicepresidente Mancuso, alla presenza del segretario generale e dei dipendenti preposti all’assistenza al consiglio, si è chiamato l’appello che ha visto mancante il numero legale minimo necessario ad aprire la seduta che, quindi, è stata dichiarata chiusa. Sopraggiunto il presidente Mancuso, si è proceduto ad effettuare due ulteriori appelli, in palese violazione di norme e regolamenti. A quel punto ho chiesto di poter intervenire per un richiamo al regolamento stesso nonché alla legge vigente e il presidente inopinatamente si è rifiutato di concedermi il diritto di parola. Ed è per questo che, provocatoriamente, ho calpestato un tavolino: la città non può attendere ed è inammissibile che il consiglio comunale non venga aperto per mancanza di numero legale”.
“Siamo alla fine dell’esercizio finanziario – continua Milazzo – e come gruppo consiliare pretendiamo che il presidente si faccia carico di garantire un corretto funzionamento del Consiglio, garantendo ai consiglieri di poter esitare tutte le delibere in scadenza, convocando, se necessario ogni giorno fino al 31 dicembre. Le mancate convocazioni del consiglio sono all’origine della tensione di oggi. Come primo partito, avvertiamo tutta la responsabilità di assicurare alla città le delibere necessarie entro la fine dell’anno, senza comprimere i tempi dell’esame, garantendo così a ciascun consigliere di poter esercitare atto per atto le prerogative che la legge riconosce”.
“Abbiamo raccolto l’allarme del Prefetto in ordine alla malamovida – conclude – e da settimane chiediamo di esitare il regolamento, unitamente a tutti gli atti economici e finanziari. Prendiamo atto che alla nostra responsabilità nei confronti dei cittadini, si contrappone la voglia di provocare scontri ideologici con la mozione sulla trascrizione dei figli di coppie omogenitoriali che ha registrato inspiegabilmente e in contrasto con la linea nazionale del centrodestra, anche adesioni in maggioranza. Evidentemente qualcuno preferisce un terreno di scontro invece di esitare gli atti in scadenza. Per noi qualsiasi punto all’ordine del giorno che non riguardi contabilità e movida va rinviato, siamo preoccupati dalla miopia di tanti”.
Le opposizioni: “Un campo di battaglia”
“Chiediamo l’intervento del Sindaco e del Prefetto perché venga garantito il corretto funzionamento del Consiglio comunale” scrivono in una nota i consiglieri Amella, Arcoleo, Argiroffi, Di Gangi ,Forello, Giaconia, Giambrone, Lupo, Mangano, Carmelo, Francesco e Giuseppe Miceli, Piccione e Randazzo.
“Chiediamo anche la convocazione immediata del Consiglio alla presenza del Sindaco, perché chiarisca se è ancora in grado di proseguire nell’espletamento del proprio mandato, considerato che di fatto non ha più una coalizione che lo sostiene. La profonda crisi della maggioranza, già evidenziata nelle sue numerose assenze, ha trasformato l’aula del Consiglio comunale in un “campo di battaglia“, impedendo la trattazione di temi urgenti come la movida, la sicurezza, i servizi essenziali della Città erogati dalle aziende partecipate e gli atti preliminari al bilancio. In questa turbolenta stagnazione, la Città è lasciata allo sbando senza alcuna risposta alle sue numerose esigenze. È compito delle istituzioni garantire l’agibilità democratica del Consiglio comunale nell’interesse della città di Palermo. Anche oggi come consiglieri di opposizione abbiamo garantito la nostra presenza in Aula nel tentativo di riportare un clima di buon senso e per adempiere al nostro dovere, ossia espletare il nostro mandato “con scrupolo e coscienza”, come recita il giuramento reso all’ insediamento”.
Rini (Fdi): “Protesta frutto di esasperazione”
“L’estrema protesta del Capogruppo Giuseppe Milazzo è il segno di una tensione, sfociata in esasperazione, per una conduzione d’aula scomposta. Il gruppo di Fratelli d’Italia chiede concretezza e tempestività nell’affrontare le urgenze della Città. Ad esempio, a Palermo si spara e da settimane sollecitiamo l’approvazione del “regolamento movida”, e invece si pensa di trattare la mozione sulla trascrizione dei figli di coppie omogenitoriali che ha registrato inspiegabilmente anche adesioni tra le file della maggioranza. A questo punto chiediamo tempi certi sulle priorità degli atti da approvare che, categoricamente, non posso essere diversi da quelli contabili e sulla movida. Vogliano evitare di perdere risorse fondamentali e assicurare regole precise contro la malamovida a Palermo. Si convochi il consiglio comunale ogni giorno fino al 31 dicembre.” Questo quando dichiara il coordinatore cittadino e consigliere di Fratelli d’Italia Antonio Rini.
Varchi (Fdi): “C’è chi calpesta i banchi e chi i diritti”
“Tra chi calpesta i banchi per difendere i diritti dei palermitani e chi calpesta le norme e gli accordi creando problemi ai cittadini, non ho dubbi. Sono dalla parte del nostro capogruppo Giuseppe Milazzo e condivido il senso e lo spirito della sua protesta”. Lo dichiara Carolina Varchi, vicesindaco di Palermo con la delega al bilancio e deputato palermitano di Fratelli d’Italia.
“La legge e il buon senso – aggiunge – fissano con chiarezza i provvedimenti da esitare obbligatoriamente prima della fine dell’anno. Tra questi, le norme contro la movida violenta: un provvedimento richiesto a parole da tutti e nei fatti ostacolato da molti. Il gruppo consiliare di Fdi da settimane chiede certezze sui provvedimenti prioritari. A questa gestione strampalata non ci stiamo e chiediamo che si rispettino gli accordi e le scadenze. Anche al costo di lavorare notte e giorno fino al 31 dicembre. Come assessore al bilancio ho costretto i miei uffici a impensabili maratone per offrire a tutti i consiglieri il giusto tempo per esaminare ciascun atto, nel rispetto delle sacrosante prerogative dell’organo consiliare. Adesso siamo agli sgoccioli ed entro fine anno è necessario approvare debiti fuori bilancio, tariffe, variazioni di bilancio e tanto altro. Duole constatare – prosegue Varchi – la cattiva gestione dei lavori d’Aula che sta solo creando confusione e tensioni all’interno della maggioranza, creando così i presupposti per la provocazione di Milazzo, costretto a fare sentire forte la nostra voce. E bene ha fatto, il nostro capogruppo a richiamare tutti alla responsabilità e alla necessità di mettersi al lavoro per i palermitani, senza lasciare spazio ad atti strumentali solo alle divisioni, anche attraverso una protesta – conclude Varchi – plateale ed estrema, ma certamente giusta”.
Dopo l’episodio è stata rinviata la conferenza dei capigruppo che inizialmente era stata fissata per giovedì mattina.