In Sicilia frodi per oltre 47 milioni | E ora i soldi tornano in Europa - Live Sicilia

In Sicilia frodi per oltre 47 milioni | E ora i soldi tornano in Europa

La Regione tra le prime per irregolarità e tra le ultime nel "recupero". Solo nel 2017, "bruciati" 30 milioni.

PALERMO – Fra i primi per irregolarità e frodi. Fra gli ultimi per capacità di recupero delle risorse. Si parla di fondi europei, quelli della programmazione 2007-2013, e i dati sulla Sicilia indicano una Regione in difficoltà nella capacità di recupero degli oltre 47 milioni di euro spesi in contrasto alle regole europee o nazionali: sarebbero stati recuperati finora infatti solo 297mila euro.

A mettere nero su bianco i dati è una deliberazione, pubblicata qualche giorno fa, della sezione di controllo per gli affari comunitari e internazionali della Corte dei conti. Nell’atto i giudici contabili hanno esaminato a quanto ammontano le irregolarità nella spese delle risorse europee in tutte le Regioni.

La Sicilia è al terzo posto per il valore delle irregolarità registrate nella spesa del Fondo europeo per lo sviluppo regionale (Fesr) 2007-2013. Le irregolarità siciliane valgono 47 milioni. Così la Regione si piazza dopo la Puglia che raggiunge quota 89 milioni. Il primo posto va invece alla Calabria con 140 milioni di spesa irregolare. La “medaglia di legno” va al Piemonte che però è molto lontano dalle cifre delle prime tre regioni con 17 milioni di spesa irregolare.

La Sicilia è poi quintultima per capacità di recupero delle cifre spese a seguito di errori o frodi. Sono stati recuperati 297mila euro. Peggio di noi fanno solo le regioni che hanno anche poca spesa da recuperare: la Lombardia, la provincia autonoma di Bolzano, la Valle d’Aosta e il Molise. Nel primo gradino della classifica sul recupero c’è invece il Piemonte che è riuscito a farsi risarcire più della metà dell’importo da riconquistare: 9,6 milioni.

In totale le irregolarità siciliane sarebbero 166. Di queste 108 sono sotto la soglia di 10mila euro e valgono 372mila euro in totale, lo 0,8% della spesa da recuperare. Mentre i rimanenti 58 sono sopra la soglia e valgono 46,9 milioni, il 99,2% della spesa da recuperare. I casi già recuperati nelle irregolarità sotto soglia sono 11 per circa 44mila euro. Nella voce sopra soglia, invece, sono ritornati nelle casse regionali 252mila euro circa. Gli importi collegati a due casi di regolarità registrati nel 2013.

Il picco di irregolarità sopra soglia si è registrato nel 2017, l’anno in cui l’attività sulla passata programmazione è stata intensificata per chiudere tutti i finanziamenti. In quell’anno sono stati registrati 35 casi di errori per 30 milioni di valore. Gli altri anni in cui sono state registrate numerose irregolarità sono il 2013, dodici casi per 9,3 milioni di euro, e il 2016 con sei casi per un valore di 6,7 milioni.

Il biennio 2016-2017 è inoltre quello in cui è cresciuto il tasso di errore nelle procedure di esame delle rendicontazioni. Il valore si è attestato al 3,39%. Nel 2015 valeva 2,71%, l’anno prima 2,54 % mentre nel 2013 ammontava 1,49%. Bisogna arrivare al biennio 2011-2012 per assistere a un tasso di errori alto. Probabilmente però in quegli anni si iniziavano a svolgere le prime rendicontazioni.

In Sicilia quindi è stata registrata una spesa irregolare pari a 47,2 milioni e una parte di questa spesa oggetto dei procedimento di riappropriazione grava sul bilancio regionale. Infatti, le somme dovrebbero tornare all’Unione Europea ma le Regioni possono decidere di eliminare parte del loro credito attraverso la decertificazione. In altre parole, attraverso questo strumento, la Regione decide di avanzare all’Europa i soldi che dovrebbe versare dopo il recupero. Finché però la spesa irregolare non viene recuperata il peso grava sul bilancio regionale. Nel caso della Sicilia la spesa decertificata è pari a circa 7 milioni. Dei 47 milioni da recuperare, quaranta dovranno essere versati all’Ue mentre 7 rimarranno nel bilancio regionale.

I casi che rimangono da recuperare sono così 50. Tra questi ci sono cinque sospette frodi: una prodotta da un’Ato di rifiuti e quattro per gli appalti dell’Anas per il prolungamento della metropolitana Fce di Catania. Il Tribunale di Catania ha ritenuto che in quest’ultimo caso non ci sono state frodi ma la Corte dei conti ha aspettato a riconoscere questa decisione perchè la sentenza non era passata in giudicato.

L’elenco delle procedure in corso non finisce qui. Ci sono due ulteriori casi giudiziari per irregolarità, nove revoche di finanziamento attive, otto casi in cui è stato avviato il recupero coattivo tramite Riscossione Sicilia sei casi in cui il procedimento di revoca è ancora nella fase di definizione. Ci sono ancora dieci casi in cui l’amministrazione regionale non si è mossa, tre in cui è stata riscossa la fideiussione. Infine di fronte a qualche contestazione di irregolarità o revoca i privati hanno presentato ricorso.

Insomma, la Regione è a lavoro ma per restituire i soldi all’Unione europea ci vorrà tempo. Nel frattempo, però, potrebbe essere necessario iniziare a recuperare anche le spese irregolari della nuova programmazione, quella 2014-2020. Quando si parla di fondi europei, d’altronde, ritardo si accumula a ritardo.


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