Firme false nel Movimento 5 stelle | Inchiesta chiusa, 14 indagati - Live Sicilia

Firme false nel Movimento 5 stelle | Inchiesta chiusa, 14 indagati

Si allunga la lista degli indagati: c'è anche un ex candidato al consiglio comunale.

Il caso Palermo
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PALERMO – Deputati nazionali, big regionali e attivisti. Tutti accomunati dall’inchiesta sulle firme false del Movimento cinque stelle. I pm di Palermo chiudono le indagini. Sotto accusa sono in 14. Dunque c’è un nome in più rispetto ai tredici finora noti. È quello di Toni Ferrara, candidato alle elezioni comunali di Palermo nel 2012 con 70 voti all’attivo. Nell’avviso di conclusione delle indagini, che sarà presto seguito da una richiesta di rinvio a giudizio, sono ricostruiti nomi e ruoli della notte in cui furono ricopiate le firme per la presentazione della lista alle Amministrative di cinque anni fa.

Nella piccola sede di via Sampolo si erano accorti di avere inserito il luogo di nascita errato di un candidato. Un errore irrimediabile che avrebbe fatto saltare la corsa elettorale. A meno che, ed è questa l’accusa del procuratore aggiunto Bernardo Petralia e del sostituto Claudia Ferrari, non fossero state ricopiate le firme dei cittadini raccolte per strada. Così sarebbe avvenuto. A fare saltare il banco arrivarono però le dichiarazioni di un attivista grillino, Vincenzo Pintagro. Fu lui a rivelare a ‘Le Iene’ il contenuto di alcune e mail che smascheravano l’imbroglio.

Sotto inchiesta sono finiti i deputati nazionali Riccardo Nuti (era il candidato a sindaco di Palermo e il primo beneficiario della falsificazione), Claudia Mannino e Giulia Di Vita, la collaboratrice del gruppo parlamentare dell’Ars Samantha Busalacchi, i deputati regionali Giorgio Ciaccio e Claudia Mannino, il marito della Mannino, Pietro Salvino, Riccardo Ricciardi, che era il delegato di lista. Ed ancora i candidati alle Amministrative Stefano Paradiso, Giuseppe Ippolito, Toni Ferrara e Alice Pantaleone. Tutti avrebbero partecipato alla falsificazione violando il testo unico sulle norme elettorali. Infine, sotto inchiesta anche l’avvocato Francesco Menallo, una sorta di consigliere giuridico del Movimento a Palermo. Sarebbe stato lui a consegnare materialmente le liste al cancelliere Giovanni Scarpello che certificò la regolarità delle firme. A “blindare” l’inchiesta sono arrivate le confessioni di La Rocca, Ciaccio, Paradiso e Ippolito, oltre che la perizia, il cui esito è stato tranciante: le firme sono state ricopiate.

Stiamo lavorando per il futuro della città, abbiamo massima fiducia nell’operato della magistratura come sempre, ma noi guardiamo avanti”. Così il candidato del Movimento 5 Stelle alla carica di sindaco Ugo Forello sulla chiusura dell’inchiesta sulle firme false apposte alle liste grilline alle comunali di Palermo del 2012.


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