Catania, omicidi in corsia: altre morti sospette - Live Sicilia

Omicidi in corsia, altre morti sospette: “Ampliare perizia”

Vito Zappulla è morto la stessa notte di una delle donne che sarebbero state uccise dall'infermiere arrestato.

CATANIA – Forse ha ucciso più di due volte. Ci sono altre morti sospette che potrebbero rientrare nel diabolico piano di vendetta dell’infermiere arrestato dalla Squadra Mobile di Catania. Il 16 gennaio 2021 al reparto di Medicina e Chirurgia d’Urgenza del Cannizzaro sono morte almeno due persone. Oltre la 65enne che sarebbe stata uccisa per una dose killer di Midazolam e Diazepam da Vincenzo Villani Conti – oggi sospeso dal servizio dall’ospedale catanese – finito in carcere qualche giorno fa, è deceduto Vito Zappulla. Il cadavere del paziente è uno dei cinque che sono stati riesumati per effettuare l’autopsia e il test tossicologico, ma nel suo corpo i consulenti nominati dalla pm Alessandra Russo e dall’aggiunto Fabio Scavone non hanno trovato tracce di benzodiazepine. Alla fine sono state rinvenute solo in due donne.

I familiari di Zappulla però vogliono vederci chiaro. E per questo domani andranno negli uffici di piazza Verga per depositare “un’istanza per un ampliamento della perizia tossicologica ad altri farmaci che possano aver provocato il decesso”, spiega l’avvocato Fabio Maugeri. “I consulenti infatti hanno cercato sono il benzodiazepine seguendo le indicazioni fornite dagli psicologi dell’infermiere. Ma non ci possiamo aspettare una logica nel comportamento dell’indagato. I giudici parlano di schema seriale”, aggiunge ancora il legale.

Vito Zappulla era in ospedale per una riabilitazione ortopedica, poi aveva avuto un calo glicemico quindi i riabilitatori avevano consigliato degli accertamenti. Il paziente così attraverso il pronto soccorso, il 15 gennaio 2021, è stato ricoverato al reparto di Medicina e Chirurgia. “Fino alla sera prima Zappulla ha fatto una videochiamata ai familiari e stava bene”, racconta Maugeri. Poche ore dopo l’uomo è morto. “La mattina è arrivata la telefonata: il polso non batte più”.

Quella notte in reparto era di turno Vincenzo Villani Conti, l’infermiere killer. “Sono circostanze che ci fanno pensare che non possa trattarsi di una semplice coincidenza”, insiste l’avvocato. Alla procura ora il compito di valutare la richiesta della famiglia Zappulla. E cercare di capire se quella notte, in corsia, Villani abbia selezionato più di una vittima. Potrebbero arrivare novità anche dall’ispezione disposta dall’assessore Razza. Il viaggio dell’orrore potrebbe non essere concluso.

 


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