La Babele del centrodestra |alla guerra degli zero virgola - Live Sicilia

La Babele del centrodestra |alla guerra degli zero virgola

Tanti generali ma le truppe sono tutte da contare. In compenso si comincia subito a litigare.

PALERMO – Fai sapere al mondo che ci sei. È l’assunto da cui parte ogni guida all’utilizzo dei social network che si rispetti. E la politica, soprattutto quella dello zero virgola, nell’era dei social si adegua. Sforzandosi di battere un colpo a ogni buona occasione, già solo per comunicare la propria esistenza in vita. Accade così che il centrodestra siciliano, dopo qualche anno di desaparecion e di marginalizzazione, si risvegli improvvisamente ottimista e ringalluzzito. E dopo aver portato a casa qualche successo in provincia, tenti di rimettere in piedi una coalizione vincente. Ad adoperarsi all’uopo è Gianfranco Miccichè, che la settimana scorsa ha raccolto attorno a un tavolo gli alleati certi di Forza Italia. Aspettando gli incerti, ossia i cugini di Ncd, che restano tra color che sono sospesi, in sempiterno bilico tra centrodestra e centrosinistra.

Il vertice palermitano è stato in qualche modo una buona occasione per soddisfare l’esortazione dei sopra citati manuali social. C’era Forza Italia, con non uno ma quattro suoi rappresentanti. Quella Forza Italia il cui simbolo alle ultime amministrative nessuno ha visto in giro (meno che in un comune). E che ciò non di meno rappresenta il centro della coalizione, il suo piatto forte. Coi forzisti c’erano poi i Fratelli d’Italia, quelli della Meloni, che qui in Sicilia stanno fuori dall’Ars e da quasi tutto. Ma sono ben rappresentati ai vertici, con non uno ma ben due coordinatori regionali, Giampiero Cannella e Sandro Pappalardo (in passato ne hanno avuti anche cinque). Peso elettorale dei Fratelli di Sicilia? L’ultimo dato conosciuto è il 3,2 delle ultime Europee, che in questo centrodestra degli evanescenti è già qualcosa. Si attende ancora di conoscere il peso elettorale del movimento civico #DiventeràBellissima di Nello Musumeci, anch’esso rappresentato al vertice di centrodestra con due ambasciatori (Giusi Savarino e Raffaele Stancanelli). Mentre per parlare dei voti del Cantiere Popolare, rappresentato al summit palermitano da Toto Cordaro, si deve andare indietro nel tempo di tre o quattro anni. Il sito Internet del movimento è più o meno fermo alle Regionali del 2012, il suo leader Saverio Romano dopo il travagliato transito da Forza Italia è approdato ad Ala di Denis Verdini, l’effettivo peso del movimento è tutto da comprendere. A rinfoltire la squadra c’era anche Noi con Salvini, l’alter ego meridionale della Lega, guidato da Angelo Attaguile, che in un recente passato quotava con fiducia il movimento in Sicilia intorno all’otto-dieci per cento. Le urne in realtà hanno consegnato ai leghisti del Sud, lì dove sono riusciti a presentarsi negli ultimi due anni, risultati ben più modesti (vedi l’un per cento di Gela, Marsala o Milazzo l’anno scorso). A completare la macchina da guerra i tre rappresentanti dei partiti sicilianisti, Gaetano Armao e Rino Piscitello di Sicilia Nazione e Francesco Perspicace del Fronte Nazionale Siciliano: voti in dote? Nessuno lo sa, manco a dirlo. Ma tanti agguerritissimi comunicati stampa. Non pervenuto l’Mpa, di cui ormai si sa poco o nulla da un bel pezzo.

Insomma, quello che all’apparenza potrebbe sembrare un esercito di generali senza truppe tenta di rimettersi in moto, cercando di dialogare per costruire un’alternativa alle prossime regionali. Senza riuscire però a non litigare da subito. Se Miccichè infatti lavora per riportare alla vecchia casa del centrodestra Ncd e Udc, che fuori dalla Sicilia e dal Parlamento nazionale sono quasi invisibili ma nell’Isola hanno ancora un peso, i compagni d’avventura non gradiscono. E i mal di pancia già serpeggiati nel vertice palermitano, esplodono quando Renato Schifani dice a Livesicilia di vedere Ncd nel centrodestra dopo un auspicabile, dal suo punto di vista, divorzio da Crocetta a settembre. A stretto giro di posta arriva il disco rosso del salviniano Attaguile che non vuole alfaniani tra i piedi vista la loro alleanza cpn Renzi e Crocetta e rivendica, contro l’ex presidente del Senato che aveva sostenuto che la Lega in Sicilia non c’è, il (quasi) dieci per cento di Noi con Salvini a Grammichele (714 voti, ndr).

Queste le complicate premesse per la ricostruzione del centrodestra siciliano. Tra il redivivo Totò Cuffaro che teorizza la leadership di Alfano per la coalizione, gli anatemi dei salviniani e i proclami indipendentisti dei sicilianisti (che ultimamente hanno contagiato anche ambienti forzisti), c’è da scommettere che non ci sarà da annoiarsi.


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