(rp) Il titolo riassume brutalmente alcuni spunti della direzione provinciale del Pd. Convocazione nella sede di via Bentivegna per parlare di alleanze e primarie. Sorrisi di prammatica, parole di circostanze. Dietro le quinte, la notte dei lunghi coltelli. Rita Borsellino pare ormai un problema per i democratici, anche per lo stesso Giuseppe Lupo che avrebbe voluto utilizzarla come arma finale nella contesa per la supremazia contro Antonello Cracolici, in chiave anti-lombardiana. La mossa si è rivelata un boomerang per il segretario che non si aspettava che la coerenza dell’onorevole Borsellino arrivasse fino alle estreme conseguenze. Cioè, fino a prese di posizione eretiche, esplicite e contrarie alla dottrina delle larghe intese.
Di fatto – secondo le notizie che filtrano dal quartiere generale e nell’ambito di una ricostruzione verosimile – il Pd ha praticamente scaricato la candidatura caldeggiata fino a pochi giorni fa. Solo Tonino Russo ha difeso la sorella del magistrato assassinato in via D’Amelio. Perfino il suo massimo sponsor, lo stesso Lupo, sarebbe stato assai tiepido. Varie le declinazioni del momento politico. Giuseppe Lumia, per esempio – secondo voci e sussurri – gradirebbe per Palermo un candidato scelto dal seguente trittico: Caterina Chinnici, Giosuè Marino, Massimo Russo. Uno di questi nomi rafforzerebbe comunque la santa alleanza col presidente Lombardo.
La prossima settimana Rita Borsellino dovrebbe incontrare Pierluigi Bersani a cui, forse, potrebbe porre una domanda facile facile: ma perché mi avete trascinato per i capelli nella sfida, per poi manifestare dubbi e ritrosie? Formalmente, la palla è ancora nelle sue mani. La ricucitura tra Rita e il Pd passa da un riconoscimento dell’intesa col Terzo polo. Anche i più ottimisti sanno che ciò non avverra mai. Gli scenari possibili? Una convergenza della signora Borsellino verso Orlando, mentre il Pd isolato tirerebbe fuori dalla manica – dovesse tramontare il trittico di Lumia – un jolly a sorpresa per Palazzo delle Aquile. In pole, se scattasse il piano d’emergenza, sarebbero Antonello Cracolici e Giuseppe Lupo. Se n’è parlato in direzione. Ma si è fatto pure presto a cambiare discorso, senza dare troppo nell’occhio.