La droga nel regno dei Graviano | Condanne per 12 imputati - Live Sicilia

La droga nel regno dei Graviano | Condanne per 12 imputati

Il Palazzo di giustizia di Palermo

Regge anche in appello la ricostruzione della Procura di Palermo.

PALERMO - IL PROCESSO
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PALERMO – È con la droga che il clan di Brancaccio avrebbe riempito le casse dell’organizzazione. Regge la ricostruzione della Procura e arriva una raffica di condanne nel processo d’appello. Dodici per la precisione, che si aggiungono alle tre emesse in un altro processo nei confronti di Maurizio Costa e dei fratelli Natale e Giuseppe Bruno.

“Al vostro buon cuore… a Natale e a Pasqua”, diceva Natale Bruno, dimostrando come i nuovi boss continuano ad imporre il pizzo. Gli Imprenditori si presentavano spontaneamente nel magazzino di Bruno, in via Gaetano Di Pasquale, per mettersi a posto.

Non solo estorsioni, ma anche e soprattutto un grosso giro di droga quello emerso grazie al blitz Zefiro della Squadra mobile di Palermo. I poliziotti della Sezione criminalità organizzata scoprirono, nel novembre del 2014, che i nuovi boss che dettavano legge nel feudo dei fratelli Graviano per superare le difficoltà avevano cercato nuove alleanze criminali. L’operazione, infatti, si estese anche nelle città di Trapani, Milano e Napoli.

Questi i nomi dei condannati su richiesta del sostituto procuratore generale Giuseppe Fici che ha concordato con la ricostruzione dei pubblici ministeri di primo grado  Sergio Demontis, Francesca Mazzocco e Caterina Malagoli: Giuseppe Furitano (10 anni), Francesco Paolo Valdese (5 anni e 8 mesi, è il collaboratore di giustizia a cui non è stato riconosciuto lo sconto di pena previsto per i pentiti), 2 anni e 2 mesi a Pietro La Vardera, 3 anni e 7 mesi a Vincenzo Di Piazza, 6 anni e 8 mesi a Cristian Balistreri, 3 anni a Patrizio Catanzaro, 2 anni e 8 mesi a Giuseppe Cusimano, 4 anni e 4 mesi a Mario Iannitello, 4 anni e 2 mesi a Claudio Crocillà, 3 anni e 11 mesi a Vincenzo Montescuro, 3 ani e 9 mesi a Santo Cozzuto, 4 anni a Egidio Zucchini.

Nei due processi l’unico assolto è stato Filippo Liberto, in arte Gianni Clemente, cantante neomelodico, già assolto dal Gup e per il quale la procura generale non ha fatto appello.


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