CATANIA – Lo spettro del clan Santapaola torna ad invadere la provincia di Enna. Capi che hanno il proprio quartier generale a Catania comandano ormai su Regalbuto. Controllano i traffici di droga ad Agira e i capi della mafia provinciale ennese. Una settimana fa un commando militare di catanesi ha assaltato un istituto di credito per sradicare un bancomat a Troina. Sempre qui, ormai da giorni, personaggi vicini ai clan di Aci Catena sono protagonisti di episodi di microcriminalità. Lo ha denunciato pubblicamente dal presidente dell’Azienda Silvo Pastorale, Impellizzeri.
L’episodio più eclatante è avvenuto nella notte tra venerdì e sabato. Un colpo che ha fruttato ai clan qualcosa come 70 mila euro. Ma tre dei ladri sono stati arrestati, grazie a un inseguimento rocambolesco da parte dei carabinieri. E grazie anche, va precisato, ai cittadini che non hanno fatto finta di niente ma hanno chiamato il 112, vedendo un escavatore in azione sulle vetrate dell’Unicredit.
I Santapaola “cacciati” da Troina
Gli arrestati erano tutti e tre di Catania. Il sospetto che i Santapaola, e i tanti gruppetti della mafia catanese che si muovono sotto l’ala del più pericoloso e strutturato clan della zona centro-orientale dell’Isola, vogliano tentare un nuovo assalto in città, lo hanno dichiarato pubblicamente le istituzioni.
Da Troina, va precisato, i Santapaola sono stati allontanati, nel 2004, grazie alla polizia e grazie alle denunce degli imprenditori, sostenuti pubblicamente dal Comune e dall’ex sindaco Fabio Venezia.
Gli amministratori: “Grazie ai carabinieri”
Oggi Venezia è assessore. E il sindaco in carica Alfio Giachino, domenica scorsa, ha preso il microfono in un cine teatro Camilleri stracolmo, per dire che Troina anche questa volta non consentirà ai clan di vincere. Ha ringraziato il capitano Giacomo La Manna, che è subentrato da qualche settimana alla guida della compagnia di Nicosia, e il maresciallo capo Claudio De Falco, presente assieme a lui sul palco.
E ha passato la parola al presidente dell’Azienda speciale Silvo Pastorale, Angelo Impellizzeri. Il quale ha riferito tutto ciò che sta accadendo nella zona rurale, parte della quale si trova in territorio catanese. È qui che da mesi si susseguono episodi intimidatori di vario tipo. È qui che famiglie mafiose catanesi, fino a una decina di anni orsono, gestivano terreni. E da qui sono state allontanate, grazie alle interdittive antimafia emesse dalla Prefettura di Catania.

Il ritorno “in grande stile”
Ma il rischio del loro ritorno “in grande stile” si percepisce forte, a Troina. “Noi teniamo duro”, ha assicurato il presidente Impellizzeri.
“Il messaggio che è emerso dall’assemblea pubblica è forte e chiaro – ha fatto eco Venezia -. Non arretreremo di un solo millimetro e non ci faremo intimidire né dalle azioni criminali né dalle minacce. Perché Troina è una cittadina di gente onesta e laboriosa che non si è mai piegata e mai si piegherà alla mafia”.
Il “commissariamento” della mafia ennese
Gli altri episodi legati alla presenza dei Santapaola in provincia, ormai, sono una costante. Dal “commissariamento” dei capi provinciali con la designazione di due personaggi vicini a Catania, i pietrini (entrambi in carcere) Giovanni e Vincenzo Monachino; al coordinamento indiretto del clan di Regalbuto. E ancora, dal controllo delle forniture nella più grande piazza di spaccio dell’Ennese, ovvero ad Agira.
Ci sono poi altri episodi clamorosi. Pregiudicati catanesi fisicamente presenti a Gagliano Castelferrato, dove è ripreso il traffico di stupefacenti. E la surroga sul campo dell’ultimo boss di Enna, che dopo aver scontato la sua pena è andato a vivere fuori e ha detto a tutti di “strare tranquilli”. A non rispettare questa scelta sono stati diversi “picciotti”, che hanno trovato all’ombra dell’Etna nuovi referenti. Una situazione che preoccupa, soprattutto, per le recenti scarcerazioni di numerosissimi appartenenti a Cosa nostra nell’Ennese.

