La meglio giovinezza - Live Sicilia

La meglio giovinezza

Paolo Borsellino e la destra
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Ci sono persone che abbassano la voce, con accento carbonaro,  quando dicono: “Paolo Borsellino era un uomo di destra”. Ci sono persone di sinistra che considerano l’identità politica del giudice massacrato in via D’Amelio un imbarazzo, un bruscolino nell’occhio. Infatti non ne parlano mai. E se ne parlano, usano spropositate cautele. Magari concludono: certo, però che eroe. Ci sono persone a cui dà fastidio l’idea di un Paolo Borsellino “uomo di destra”. Perché ritengono che la democrazia si declini solo a sinistra. L’equazione è svelta. Un giudice di sinistra è un magistrato “per forza” democratico. Un giudice di destra come minimo ha il busto di Mussolini nascosto in bagno. E forse canta piano “Giovinezza!” mentre fa la doccia.
Eppure c’è almeno una destra che è “la meglio giovinezza” di questo Paese. Sono i ragazzi che hanno preso le distanze da Marcello Dell’Utri, perché nello stesso luogo non possono coesistere Dell’Utri e l’esempio di Borsellino. Uno dei due è abusivo. E già che ci siamo sarebbe il caso di recuperarla la parola “giovinezza”, ripulendola dalle incrostazioni ideologiche. Ha un bel suono. Come sarebbe il caso di tornare a gridare a piena gola “Forza Italia”. Dovremo permettere alla politica di rubarci anche la lingua?

Paolo Borsellino era un grande uomo di destra che appartiene a tutti. Della destra onesta, pulita e intransigente che ha affrontato un lungo percorso nel deserto, perché prima l’hanno chiamata ipocritamente al grande tavolo della Costituzione e poi non hanno permesso che partecipasse alla cena con gli altri. L’hanno nascosta nello sgabuzzino.  Questa destra ha da tempo terminato il suo percorso di sganciamento da ogni residuo ambiguo. Ed era fatale che ciò avvenisse. Quando assaggi la democrazia non sai più nutrirti d’altro.
Non c’è più bisogno di fare finta che Borsellino “appartenesse” a qualcosa di diverso, nella sua altissima visione politica e perfino nel suo bagaglio etico. Paolo Borsellino era un uomo capace di separare le sue passioni e soprattutto il suo interesse personale dal suo lavoro di ogni giorno, dalla sua opera preziosa di servitore dello Stato quale egli fu fino alla fine. Paolo Borsellino era un giudice.


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