La protesta dei giudici onorari: "Basta capolarato di Stato" - Live Sicilia

La protesta dei giudici onorari: “Basta capolarato di Stato”

Flash mob in piazza Verga, mentre a Palermo è scattato lo sciopero della fame

“Basta capolarato di Stato”. Questo è il grido disperato dei giudici onorari, che non chiedono altro di essere trattati come qualsiasi altro lavoratore subordinato, con le medesime garanzie. Una categoria essenziale per il funzionamento della macchina della giustizia, da cui passa il 50% dei contenziosi, ma rimasta in una sorta di limbo ventennale segnato dalla precarietà e dal lavoro a cottimo. Stamani è stato indetto un flash mob sulle gradinate del Palazzo di Giustizia di Catania. Toghe sulle spalle e fiori in mano. Una manifestazione dalla valenza duplice: quella della protesta e quella della solidarietà. 

Lo sciopero della fame

Dall’altro lato della Sicilia, a Palermo, le giudici Vincenza Gagliardotto e Sabrina Argiolas, sono in sciopero della fame da oltre 10 giorni. A loro si sono aggiunti Giulia Bentley, sempre del capoluogo siciliano, e Livio Cancellieri, giudice onorario a Parma. Questi ultimi sono addirittura dei malati oncologici. Si tratta di un’ondata di malcontento che sta attraversando tutta Italia e che coinvolge circa 5 mila operatori.

Il destinatario delle proteste è il guardasigilli Alfonso Bonafede, ritenuto fin troppo silente su un dossier che misura la tenuta dell’intero comparto della Giustizia.  Sul caso si è già espressa la Corte di giustizia europea, mentre la Corte Costituzionale, davanti a una richiesta analoga, ha già riconosciuto ai giudici di pace il rimborso delle spese di difesa nei giudizi di responsabilità connessi all’esercizio delle loro funzioni. 

Tutele mancate

I giudici onorari sono in attesa di sapere quale sarà il futuro dalla loro posizione. L’emergenza Covid ha fatto esplodere una situazione già da troppo tempo in attesa di correttivi. Perché chi si è ammalato non ha potuto godere di alcun ammortizzatore. “Siamo di fatto dei lavoratori in nero”, spiega a LiveSicilia la giudice Tiziana Falsaperla. “Solitamente, quando un cittadino si rivolge a noi per veder riconosciuti diritti simili, siamo noi a condannare i datori di lavoro. Il paradosso è che il nostro datore è lo Stato. Una situazione che non può più continuare”.  

La Cgil

Al flash mob hanno preso parte il segretario generale della Fp Cgil Sicilia, Gaetano Agliozzo, assieme a Gaetano Del Popolo della Funzione pubblica etnea. “Abbiamo voluto manifestare il nostro appoggio alla protesta – afferma Agliozzo – convinti che la rivendicazione sia legittima, corretta e condivisibile, anche perché è in perfetta linea con il contenuto della riforma dello Statuto dei Lavoratori, depositata in Parlamento dalla nostra Organizzazione. Siamo di fronte a lavoratori e lavoratrici che, pur esercitando una funzione di grande responsabilità assimilabile, in ottica giurisdizionale, a quella dei giudici togati, hanno purtroppo un trattamento diverso e penalizzante”.

I termini della questione li spiega ancora Agliozzo: “Sono legati da un rapporto contrattuale nel segno del precariato. Per intenderci non usufruiscono di nessuna contribuzione e non hanno diritto a ferie e malattia. Sacrosanti diritti che non trovano applicazione per i giudici onorari, i quali, specie in questa delicata fase di emergenza sanitaria, sono costretti a subire ulteriormente questa profonda diseguaglianza che diventa intollerabile allorquando, in caso di contagio da  Covid, non risultano destinatari nemmeno di un qualsivoglia indennizzo”.

“Questo, lo ribadiamo, non è accettabile. Noi faremo la nostra parte – conclude Agliozzo – affinché si arrivi alla loro stabilizzazione, che è sancita dalla Corte di Giustizia Europea. La sentenza dell’estate scorsa ha infatti chiarito che i giudici onorari sono giudici europei e hanno diritto a essere inquadrati come lavoratori subordinati”.


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