PALERMO – Studiava al don Orione per diventare estetista. Alessandra Ballarò, 20 anni, come tanti suoi coetanei si era aggrappata ad un corso di formazione professionale per cercare una speranza.
Da sabato notte la sua vita ha preso una direzione diversa. È entrata in casa, un basso all’Arenella, ha preso una pistola calibro 7.65 e ha ucciso Leonardo Bua, un vicino di casa. Voleva difendere il padre, così ha detto.
Un padre malato e vedovo. Nel gennaio scorso Alessandra, le sue due sorelle e il fratello, hanno perso la mamma. Rileggendo i suoi commenti è lecito ipotizzate che il loro fosse molto più di un routinario rapporto madre-figlia.
Una ragazza come tante, Alessandra, che postava video su Facebook, di quelli in cui si ride per tutto e per nulla. Le pose buffe davanti allo specchio e quelle seriose da donna. Le scampagnate con gli amici e i parenti. Da sabato notte c’è un black out sul suo diario virtuale che si riempie dei commenti delle amiche. Lasciano un messaggio in bacheca nella speranza, vana, che li possa leggere. Non può farlo dalla cella di un carcere. Non leggerà neppure il commento duro di una ragazza che di cognome fa Bua, lo stesso della vittima, padre di due bimbi adesso orfani: “Come fate a dire è passato 1 giorno e ci manchi… vorrei che fosse un sogno… ha rovinato tre famiglie… ti volevo bene veramente per te ne travedevo appena ti vedevo ero la prima a saltarti di sopra…e dopo che ho ricevuto? Solo dolore lacrime e un vuoto che mai nessuno può riempire… brava ale ti faccio i miei complimenti…”.
Il messaggio si conclude con la rabbia di chi ha perso un fratello ucciso da un assassino che ha il volto che non ti aspetti. Erano amiche, un’amicizia che probabilmente era riuscita ad andare oltre le liti familiari.
In piazzetta Caruso si combatteva una battaglia quotidiana per la sopravvivenza. Ecco che la storia di una compravendita di un immobile, seppure modesto, può diventare una ragione di vita e di morte. Alessandra Ballarò ha preso la pistola conservata a casa – un particolare che fa a pugni con una normale quotidianità – e ha sparato uno, due, tre, quattro colpi a distanza ravvicinata. Il suo volto nella foto segnaletica e in quelle scattate durante la notte alla squadra mobile la ritraggono stravolta. Niente a che vedere con le immagini del viso truccato di una ragazza che voleva fare l’estetista.