La Regione spende e spalma | Siciliani sempre più indebitati - Live Sicilia

La Regione spende e spalma | Siciliani sempre più indebitati

Per coprire il disavanzo, dopo l'ok di Roma, la Sicilia impiegherà 10 anni. Rate che si sommano a rate: tra mutui e prestiti sono oltre 7 miliardi.

 

 

PALERMO – Ogni siciliano nasce con duemila euro di debiti. Anche se non c’entra nulla. Con la spalmatura in dieci anni del disavanzo, infatti, le rate a carico delle casse pubbliche sfioreranno i dieci miliardi di euro. Duemila per ogni cittadino, appunto. Rate da onorare per i prossimi dieci, venti, trent’anni.

L’ultima “spalmatura”

Ieri il governo nazionale ha varato la spalmatura del disavanzo in un decennio, così da evitare che l’Ars e il governo Musumeci siano costretti ad approvare manovre con oltre 300 milioni di tagli all’anno. Mentre c’è chi festeggia per il risultato e chi lo critica, un dato è indiscutibile: quale che sia il numero di anni in cui sarà ripianato il disavanzo, a pagare saranno comunque i siciliani, specie i giovani di oggi e di domani.

Per questo, d’altronde, la Corte costituzionale (in una decisione che ha influito sull’attuale dibattito) ha dichiarato che la spalmatura trentennale comporta l’assenza di “equità fra le generazioni”: le colpe dei nonni e dei padri non possono ricadere sui figli e sui nipoti, insomma. E così, se già adesso, con una parte di spesa bloccata per trent’anni, la Sicilia, non è una terra per giovani, la cosa peggiora se si considera che la Regione ha debiti che scadono alle soglie della metà del secolo.

Il disavanzo

Nel 2044, quando un giovane che quest’anno ha votato per la prima volta avrà 43 anni, verrà pagata l’ultima rata da 104 milioni di euro all’anno dovuta al “primo” disavanzo, accertato nel 2015 ed equivalente a 3,1 miliardi. Ogni anno fino al 2044, alle bilancio della Regione saranno sottratti 104 milioni, soldi che verranno tolti allo sviluppo della Regione, alla sua crescita.

Con l’ok alla spalmatura in dieci anni, altri duecento milioni abbondanti serviranno per ripianare il buco da due miliardi accertato con il rendiconto 2018. Altri milioni quindi che così saranno sottratti alle manovre dei governi regionali fino al 2029.

Indebitarsi per investire

Non solo disavanzo ma anche debiti. La Sicilia infatti negli ultimi anni ha acceso mutui per 4,9 miliardi. I debiti più antichi della Regione sono dei mutui aperti per svolgere degli investimenti nel triennio fra il 2001 e il 2003. Al 31 dicembre 2018 rimanevano da pagare circa 262 milioni di euro. Entro dicembre 2023 queste cifre dovrebbero essere estinte. Un ultimo sforzo, almeno per questi.

Fra i più datati ci sono poi anche due mutui a 25 anni, oggi dal valore di 254 milioni, contratti con la Banca europea degli investimenti per racimolare le risorse utili al cofinanziamento regionale alla programmazione europea 2000-2006. Dal 2010 al 2016, poi, la Regione ha firmato ogni anno un contratto di mutuo con la Cassa depositi e prestiti per finanziare gli investimenti. Si tratta di debiti a trenta o a ventinove anni che a fine 2018 ammontavano ad un totale di 2 miliardi. A seguito di una rinegoziazione chiusa lo scorso anno  tutti questi debiti scadranno nel 2048.

Debiti sanitari e immobiliari

Il mutuo più grosso è stato acceso per il piano di rientro del debiti della Sanità. A fine 2018 ammontava a 2,1 miliardi. Il prestito è stato contratto nel 2008 e scadrà, a seguito di una rinegoziazione, nel 2044.

Tra i debiti a carico della Regione ci sono dei mutui aperti per fare degli investimenti immobiliari. Uno è l’acquisto nel 2005 della sede della Regione in Via Magliocco a Palermo, per cui dovranno essere spesi nei prossimi anni ancora 3,5 milioni. L’altro è invece l’acquisto delle Piscine Molinelli delle Terme di Sciacca. Proprio nel 2017 è stato firmato il mutuo da 2,8 milioni che scadrà nel 2046.

Le anticipazioni di liquidità

Infine ci sono due debiti del 2007 e del 2008 a carico dello Stato pari a circa 114 milioni che scadranno nel biennio 2031-2032. Il quadro si completa con le anticipazioni di liquidità che valgono 2,3 miliardi. Questi contratti sono stati firmati fra il 2014 e il 2015 per avere le risorse in contanti che servivano a pagare 2,2 miliardi di debiti sanitari e 259 milioni di debiti non sanitari. Tutte “rate”, a carico dei siciliani. Tutte scadenze per i siciliani che verranno, quando i politici che hanno causato il guaio, saranno solo un lontano ricordo.

 

 


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