La rivincita dei brutti - Live Sicilia

La rivincita dei brutti

La Corte Suprema dell’Iowa, stato americano del Midwest, ha confermato in via definitiva il licenziamento di un’igienista dentale perché ritenuta dal titolare dello studio presso cui lavorava “troppo avvenente”. una grande rivalsa per tutti i “diversamente belli”.

La notizia è comparsa nei giorni scorsi su tutti i giornali. La Corte Suprema dell’Iowa, stato del Midwest che per la sua produzione cerealicola fa parte del cosiddetto “breadbasket of America”, ha confermato in via definitiva il licenziamento di un’igienista dentale perché ritenuta dal titolare dello studio presso cui lavorava “troppo avvenente”. Pare che il dentista, da molti anni quotidianamente esposto all’irresistibile tentazione delle sue grazie e dei suoi “abitini troppo stretti”, non si ritenesse più in grado di assicurare la sua fedeltà di pensiero, più che d’azione, all’ormai attempata mogliettina. Eh sì perché, per esplicita e concorde rassicurazione di entrambi, pare che i rapporti tra i due non fossero mai andati oltre una normale collaborazione professionale. Nessun affaire clandestino tra trapani e pinze da estrazione, nessun uso non convenzionale del “lettino da tortura”. Solo qualche batticuore del maturo odontoiatra cui forse tremava la mano durante le manovre di ablazione del tartaro. E così la bella igienista s’è trovata da un giorno all’altro senza lavoro per il solo fatto di essere una donna attraente. Dal canto suo, il dentista ha fornito ulteriori argomenti a chi ritiene che noi uomini il più delle volte ragioniamo, piuttosto che con il cervello, con un altro organo impari posto solo un po’ più in basso. E non mi riferisco al cuore.

Da quando mondo è mondo, l’aspetto fisico ha rappresentato una buona carta da giocare, qualche volta con arguzia qualche altra con malizia, sul tavolo verde della vita. Nel consegnare la sua mela, Paride sceglie Venere che offre la bellissima Elena e non Minerva che offre l’invincibilità o Giunone che offre la ricchezza. Un bel sorriso o un bel corpo sono chiavi che aprono molte porte. Ci sono persone, di entrambi i sessi, che usano la propria bellezza con intelligenza e discrezione. Ce ne sono altre che ne approfittano sapendo di poter contare su poco altro. Essere attraenti rappresenta un vantaggio quando si cerca un lavoro, quando si accede ad un ufficio pubblico o privato, quando ci si accosta ad un qualsiasi tipo di comunità umana. Per tornare alla professione di igienista dentale, basti ripercorrere la parabola di Nicole Minetti, partita anche lei da uno studio dentistico e salita al rango di consigliere regionale e di celebrità mediatica, più per le indiscutibili doti fisiche che per quelle politiche o professionali. Di igienista, intendo.

La sentenza in questione, che legalizza in Iowa il licenziamento per ragioni estetiche, rappresenta una grande rivincita per tutti i “diversamente belli”. Per tutte le bruttine stagionate che non sopportano più il capo-ufficio che continua a sorridere come un ebete e a mangiarsi con gli occhi l’ultima arrivata che ha il solo e grande pregio di possedere un bel paio di gambe. Per tutti gli impiegati con pancetta e maniglie dell’amore che osservano con invidia i successi del palestrato perennemente abbronzato con addominali a tartaruga in bella vista attraverso magliette di spessore “scorza di cipolla”. Pur non giungendo ai tragici eccessi di Narciso, innamorato della sua immagine riflessa in uno specchio d’acqua, o di Dorian Gray che si suicida davanti al suo ritratto, una volta tanto la bellezza rappresenta una iattura. Un ostacolo imprevisto nel sentiero scosceso della vita. La Corte Suprema dell’Iowa ha fatto, a suo modo, giustizia condannando alla disoccupazione la conturbante Venere del collutorio. E non provi a lamentarsi la bella igienista. Perché essa si è innegabilmente macchiata di una colpa gravissima: quella di non esser nata in Italia.


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