Un ‘dito pesante’ di un trader o un algoritmo ‘impazzito’ sono bastati ieri per scatenare il crollo dei mercati. A farne le spese è stata la sterlina che sul mercato di Hong Kong in due minuti di caos ha perso oltre il 6% contro il biglietto verde, precipitando a 1,1841 dollari, ai minimi da maggio 1985, prima di riprendere quota a 1,24 dollari. Secondo alcuni operatori il crollo è stato dovuto ad un errore umano, in particolare al ‘fat finger’ di un trader che avrebbe inserito un ordine abnorme sulcomputer, scatenando vendite a raffica della sterlina. Per altrisi tratta di un ordine automatico di vendita, innescato da alcuni algoritmi che rintracciano sul web notizie dell’ultima ora.
Giallo in Borsa
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