“La vertenza Micron non è chiusa” |Sindacati in stato di agitazione - Live Sicilia

“La vertenza Micron non è chiusa” |Sindacati in stato di agitazione

A sette mesi dall’accordo tra azienda e sindacati trentasette lavoratori (nove catanesi) sono rimasti al palo. Stm dichiara difficoltà ad ottemperare gli impegni presi (159 assunzioni su 170) e i sindacati etnei chiedono un immediato intervento di Comune e Regione.

CATANIA – “La vertenza Micron non è chiusa”. Sono passati sette mesi dalla firma che ha suggellato l’accordo tra azienda e sindacati alla presenza delle Regioni, della Presidenza del Consiglio dei Ministri e di due Ministeri (Sviluppo Economico e Lavoro), ma “la partita è ancora aperta”. Lo dicono a chiare lettere le Rsu di Fiom, Uilm e Uglm che hanno proclamato lo stato di agitazione dei dipendenti in seguito a quanto emerso una settimana fa durante un incontro con Stm. “La casa madre” di Micron sembrerebbe infatti non potere ottemperare agli impegni presi in sede ministeriale: l’assunzione di 170 esuberi.

Ma andiamo con ordine. Circa un anno fa il colosso dell’industria delle memorie rende nota l’intenzione di licenziare quattrocento persone sul territorio nazionale. La sede catanese rischia centoventotto esuberi. Iniziano così una serie di proteste che animano l’ormai quasi desolata zona industriale etnea. Scioperi su scioperi che catturano le cronache locali, prima, nazionali, poi. A quel punto anche la politica prova a fare la sua parte. A Catania il primo cittadino si fa mediatore all’interno di un tavolo tecnico permanente. Si susseguono diversi vertici al Mise e l’accordo arriva il 9 aprile insieme all’impegno di Stm di assumere centosettanta unità sul territorio nazionale.

Poi l’oblio. La vertenza cade nel dimenticatoio e rispolverata una tantum per venire citata come “modello” di buona gestione delle vicende sindacali. Francesco Furnari, Rsu di Fiom, ripercorre i mesi successivi al 9 di aprile per mettere i puntini sulle i partendo dalla “grande assente”: la Regione Sicilia. Il riferimento è all’assessora alle attività produttive Linda Vancheri. “Ha fatto solo qualche apparizione, di sostanziale non ha prodotto nulla”, dice Furnari. Crocetta non ha fatto di meglio, anzi. Durante un presidio dei lavoratori, ai tempi della visita di Napolitano a Catania, si rende protagonista di una vicenda che lascia l’amaro in bocca. Il governatore si avvicina al presidio dei lavoratori rassicurandoli. “Vi faremo arrivare delle commesse di pannelli solari”, dice ai dipendenti del colosso informatico.

“Praticamente non aveva capito nulla”, chiosa Furnari che anche sull’operato del primo cittadino non le manda a dire. “Riconosco al sindaco un ruolo di mediatore del tavolo tecnico molto importante, ma quell’esperienza si chiude il giorno dopo l’accordo. “L’amministrazione ha tentato di intestarsi questa partita, una vittoria raggiunta semmai dai lavoratori che scioperavano dalle sedici alle venti ore settimanali”. “Il vice sindaco Consoli, invece, cita spesso la vertenza prendendola a modello, in realtà la partita non è ancora chiusa”.

Restano al palo nove lavoratori catanesi “altamente qualificati” attualmente in cassa integrazione straordinaria. Gli altri dipendenti sono stati in parte assunti come da accordo da Stm (quarantuno unità) e riassorbiti in Micron (ottantacinque). Il bilancio dell’accordo non soddisfa in toto la Fiom. L’obiettivo rimane quello di sempre: “Dobbiamo arrivare ad Aprile con zero esuberi”. Le condizioni per Furnari ci sono. “Stiamo parlando di una multinazionale che scoppia di salute (Micron) e di un’azienda che percepisce soldi pubblici” (Stm), argomenta il sindacalista. “La Stm in un incontro con i sindacati manifesta una rigidità assoluta, dichiarando di aver potuto effettuare soltanto 159 delle 170 assunzioni proposte e di non voler ulteriormente contribuire per portare a conclusione il processo in corso”, si legge nel comunicato unitario delle Rsu catanesi. “Micron, nello stesso incontro, informa che le persone senza occupazione sono trentasette (nove delle quali a Catania) e che ci sono delle possibilità per riallocare tre persone al proprio interno, a livello nazionale”.

Il precipitare degli eventi innesca la reazione delle sigle sindacali che oggi chiedono a gran voce un incontro con la Regione e il Comune per capire “come e quando intendono attivarsi per contribuire a raggiungere l’obiettivo degli esuberi zero”. C’è poi il capitolo Stm: L’azienda “non può sottrarsi agli impegni presi” anche alla luce del fatto che il governo si è fatto garante dell’accordo sottoscritto ad aprile. Insomma, la vertenza Micron è tutt’altro che chiusa.


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