La vittima designata | che ora noi difendiamo - Live Sicilia

La vittima designata | che ora noi difendiamo

Diego Cammarata nel mirino
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La sindacatura complessiva di Diego Cammarata è stata e continua a essere una catastrofe. Le prove sono sotto gli occhi di tutti. Palermo agonizza in pubblico, è una città indecente, sporca abbandonata. Più volte abbiamo indossato i panni dell’accusa al sindaco, era nostro dovere raccontare i fatti e commentarli. E il giudizio rimane scolpito: Diego Cammarata sarà ricordato come uno dei peggiori inquilini di Palazzo delle Aquile.

Tuttavia, non ci piace quello che sta accadendo e soprattutto quello che accadrà, uno scenario di cui si avvertono segnali precisi. Lo consideriamo ignobile. Il sindaco Cammarata non è arrivato da solo alla poltrona del comando. Ce l’hanno portato in trionfo. E’ stato messo lì da un blocco di potere che adesso si appresta a rinnegarlo, per tentare la fortuna alle prossime elezioni. Questo blocco di potere risiede nel centrodestra e sta già cercando di smarcarsi dai suoi stessi errori. E’ una fuga precipitosa dalla nave che affonda. La favola che si vorrebbe fare passare è la seguente: Diego è un’altra cosa rispetto a noi. Invece no. Diego Cammarata e il suo ambiente politico, e la fauna che gli ha consegnato per due volte le chiavi di una città disgraziata, sono esattamente la stessa cosa. Sono complici, responsabili in concorso di Palermicidio. Altrimenti coloro che si stanno rifacendo il trucco non l’avrebbero sostenuto con parole di assoluta chiarezza,  per fortuna agli atti.

Insomma, non ci piace questo gioco turpe sulla persona del sindaco. La classe dirigente faccia piuttosto un esame di coscienza, se ne è capace. La destra per il disastro che ha prodotto, la sinistra per le sue cocenti omissioni. E attenti a non scagliare pietre contro una figura ritenuta debole per semplice cinismo. Potrebbero diventare boomerang. Noi, nel nostro piccolo, denunceremo l’incoerenza e difenderemo il bersaglio dagli eccessi, perché sono vili gli eccessi, non perché sia sbagliato il bersaglio. Non staremo a braccia conserte a osservare il massacro senza quartiere e interessato di un uomo ad opera dei suoi pessimi compagni di strada.


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