Lagalla, Miceli e... Cuffaro: si accende la sfida per il sindaco

Lagalla, Miceli e… Cuffaro: si accende la sfida per il sindaco

Dopo giorni sonnolenti arriva la fiammata. Ecco perché.
PALERMO 2022
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Come si accende una campagna elettorale? Con le polemiche – a torto o a ragione, a buon diritto o infondate – che sempre attraggono l’attenzione e movimentano il contesto. Se poi quelle polemiche ardono intorno a un nucleo di valori avvertito da tutti – nella diversità, però, delle declinazioni con cui i medesimi tutti le interpretano – ecco che divamperà una fiammata mediatica e social che spingerà gli osservatori, dopo giornate noiose e placide, a esclamare: ma che sta succedendo a Palermo? Sta succedendo che alcuni nomi politicamente collegabili a Roberto Lagalla, candidato a sindaco per il centrodestra unito, dopo settimane di confusione, sono diventati l’epicentro di un aspro scontro dialettico. Si tratta, come è risaputo, di Totò Cuffaro e Marcello Dell’Utri, condannati rispettivamente per favoreggiamento aggravato alla mafia e per concorso esterno. Cuffaro, con la sua rinata Dc, è stato nel rosso dell’uovo delle trattative. Dell’Utri ha espresso un gradimento per l’ex rettore.

La polemica su Cuffaro e Dell’Utri

Ieri, sul tema, la sonnolenta sfida per Palazzo delle Aquile si è improvvisamente ridestata, dopo qualche scaramuccia antecedente. Campionario sintetico delle dichiarazioni.  “Roberto Lagalla assicura impegno nel contrasto alle mafie. Nelle ultime settimane deve essersi distratto visto che ha accettato di buon grado il sostegno di chi è finito in carcere per aver brigato con Cosa nostra” (Franco Miceli, candidato del centrosinistra). “Lagalla ha dalla sua parte Totò Cuffaro e Marcello Dell’Utri che hanno subìto condanne per favoreggiamento aggravato alla mafia e concorso esterno. Non possiamo essere indifferenti, né concederci ambiguità” (Valentina Chinnici, consigliera comunale, ricandidata con Miceli). “Io, per capirci, non ho mai lesinato critiche pubbliche ad entrambi quando erano all’apice del potere. Ma sia Cuffaro che Dell’Utri adesso sono fuori dalle istituzioni e si tratta di due cittadini che hanno pagato il loro debito con la giustizia ed esercitano semplicemente il proprio diritto di parola” (Carolina Varchi, già candidata sindaco, poi ritirata, di FdI). In precedenza, lo stesso Totò Cuffaro aveva replicato a Giusto Catania.

E Lagalla contrattacca…

Il professore Lagalla che affronta la gara da moderato e autodefinito civico che guarda a destra ha commentato: “È vergognoso il comportamento di chi specula su queste cose, provo tanta pena per loro perché si tratta di una macchina del fango attivata da chi ha davvero pochi argomenti. Su Dell’Utri sono state valutazioni avvenute nell’ambito di un dibattito tutto interno a Forza Italia, mentre su Cuffaro ricordo che sono stato suo assessore, esiste un antico rapporto personale, è un uomo che ha sbagliato e che ha pagato il suo conto con la giustizia. La Dc Nuova è stata ammessa alle elezioni, ma in tanti già dimenticano che era stata anche ricercata dalla sinistra per un eventuale accordo”. E’ un tono risoluto che accetta lo scontro e lo rilancia, pronto a rispondere colpo su colpo.

Trent’anni dalle stragi

La polemica continuerà, mentre Palermo, tra pochi giorni, ricorderà Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e gli uomini e le donne delle scorte, massacrati dall’orrore di Cosa nostra. Dolore vero, lacrime brucianti che non smettono di scorrere, a trent’anni da quella stagione di sangue che nessuno dimenticherà mai.


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