L'arresto di Messina Denaro, tutti i particolari del blitz VIDEO - Live Sicilia

L’arresto di Messina Denaro, tutti i particolari del blitz VIDEO

Magistrati e carabinieri spiegano i retroscena della cattura nel corso di una conferenza stampa al Comando della Legione Sicilia
L'INCONTRO CON LA STAMPA
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4 min di lettura

È il giorno dell’arresto di Matteo Messina Denaro. Magistrati e carabinieri spiegano i retroscena della cattura nel corso di una conferenza stampa al Comando della Legione Sicilia, nella caserma intitolata al generale Carlo Alberto dalla Chiesa. Il video in streaming

Il mancato uso delle manette

“Catturare un latitante pericoloso senza ricorso alla violenza e senza manette è un segno importante per un paese democratico”, è anche questo uno degli aspetti su cui il procuratore di Palermo Maurizio de Lucia si è concentrato durante la conferenza stampa sull’arresto. Proprio il mancato ricorso alle manette era uno degli aspetti che più hanno interessato, come emerso dalla conferenza le manette non sono state necessarie.

Le indagini

De Lucia ha ringraziato il “collega Paolo Guido che – ha spiegato – ha portato avanti le indagini in modo magistrale e il mio affetto e riconoscimento all’Arma e al Ros che abbiamo visto lavorare in modo indefesso”. E le indagini sono state, secondo Pasquale Angelosanto, comandante del Ros, “il risultato di un lavoro corale che si è svolto nel tempo, che si è basato sul sacrificio dei carabinieri in tanti anni. L’ultimo periodo, quelle delle feste natalizie, i nostri lo hanno trascorso negli uffici a lavorare e a mettere insieme gli elementi che ogni giorno si arricchivano sempre di più e venivano comunicati. La Procura era aperta anche all’antivigilia, è stato uno sforzo corale”.

“Senza intercettazioni non si possono fare le indagini di mafia”: lo ha sottolineato poi il capo dei pm di Palermo

Il ricordo delle vittime di mafia

“Abbiamo catturato l’ultimo stragista responsabile delle stragi del 1992-93. Siamo particolarmente orgogliosi del lavoro portato a termine questa mattina che conclude un lavoro lungo e delicatissimo. Siamo particolarmente orgogliosi per questo lavoro che ci ha consentito di arrestate l’ultimo boss stragista di Cosa nostra. E’ un debito che la Repubblica aveva con le vittime della mafia che in parte abbiamo saldato” ha detto Maurizio de Lucia che poi rispondendo al padre dell’agente Nino Agostino, ucciso dalla mafia, : “Nessuna delle vittime resterà senza risposta. Io, il mio ufficio e le forze dell’ordine continueremo a rivolgere i nostri sforzi in questo senso”. Agostino aveva chiesto se, dopo la cattura del capomafia, si riuscirà ad avere risposte sui delitti irrisolti come quello del figlio.

Lo stato di salute di Matteo Messina Denaro

“Ci è apparso in buona salute e di buon aspetto non ci pare che le sue condizioni siano incompatibili con il carcere” ha anche spiegato l’aggiunto di Palermo Paolo Guido alla conferenza stampa sulla cattura del boss Messina Denaro. “Era di buon aspetto, ben vestito, indossava capi di lusso ciò ci induce a dire che le sue condizioni economiche erano buone”, ha aggiunto. “Ovviamente sarà curato come ogni cittadino ha diritto essere curato”, ha concluso.

L’arresto

 La “certezza” che dietro il nome di Andrea Bonafede si nascondesse il boss Matteo Messina Denaro gli investigatori la hanno avuta “solo questa mattina”. Lo ha spiegato il comandante del Ros, il generale Pasquale Angelosanto, ricostruendo gli ultimi passaggi dell’indagine che ha portato alla sua cattura. “Già in passato avevamo indicazioni che avesse problemi di salute e su queste indicazioni – ha detto – abbiamo lavorato in modo da individuare le persone” che avevano accesso alla struttura sanitaria e che avevano una particolare patologia. “Nell’ultimo periodo – ha aggiunto Angelosanto – c’è stata un’accelerazione perché via via che si scremava la lista e si scremavano le persone, ci siamo concentrati su pochi soggetti fino ad individuare quel nome e cognome. Da qui l’ipotesi che potesse essere il latitante”. A quel punto è scattata l’organizzazione del blitz. E “fatte le ultime verifiche – ha concluso Angelosanto – la certezza che fosse lui è arrivata solo questa mattina”.

Al momento della cattura Matteo Messina Denaro indossava un orologio molto particolare, con un valore di 30-35mila euro. Messina Denaro non era armato né indossava alcuna protezione. “Era in linea con il profilo del paziente medio che frequenta la clinica. Allo stato non abbiamo elementi per parlare di complicità del personale della clinica anche perchè i documenti che esibiva il latitante erano in apparenza regolari, ma le indagini sono comunque partite ora”, è stato spiegato durante l’incontro con la stampa.

I futuri assetti di Cosa Nostra

Poi si è parlato del futuro investigativo e su quale possa essere il prossimo capomafia. “Fino a ieri Matteo Messina De Naro era certamente il capo della provincia di Trapani, da domani vedremo”, ha spiegato il procuratore aggiunto Paolo Guido parlando sugli assetti dei vertici di Cosa nostra dopo l’arresto di Messina Denaro.

La rete di protezione

“Faremo il punto sulle indagini e sulle cose che vanno ancora fatte riguardo alla rete di protezione, della logistica e della latitanza di Matteo Messina Denaro”, ha detto il Procuratore Nazionale Antimafia, Pasquale Melillo, che ha spiegato: “domani andrò a Palermo per una riunione con i colleghi della Dda di Palermo, che hanno lavorato splendidamente in costante coordinamento informativo con la Procura Nazionale e ai quali va tutta la mia ammirazione per il modo riservato e paziente con cui hanno lavorato”.

Durante la conferenza stampa il procuratore capo di Palermo ha affermato: “C’è stata certamente una fetta di borghesia che negli anni ha aiutato Messina Denaro e le nostre indagini ora stanno puntando su questo”.


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