L'assemblea dei 'ribelli' Pd | "No ai diktat di Orlando" - Live Sicilia

L’assemblea dei ‘ribelli’ Pd | “No ai diktat di Orlando”

L'assemblea di via Bentivegna

Crocetta: "Non può decidere Roma". Cracolici: "Guerini? Se passa la sua idea è il liberi tutti"

Palermo, le Amministrative
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PALERMO – In tanti, assiepati nella prima stanza dell’ammezzato di via Bentivegna, sede regionale del partito, per dire no alla scomparsa del simbolo del Pd alle prossime elezioni Amministrative. Oltre 250 ‘ribelli’: è la fronda dem che ha deciso di non accettare il diktat di Leoluca Orlando, che non vuole simboli di partito accanto al suo nome sulla scheda elettorale. Dentro ci sono nomi importanti come il deputato nazionale Giuseppe Lauricella e l’assessore regionale all’Agricoltura Antonello Cracolici. A metà incontro piomba anche il governatore Rosario Crocetta. In tanti restano fuori, per strada, a discutere di quanto sia “inaccettabile” il sacrificio chiesto dal ‘professore’, che ha deciso di incontrare una delegazione locale dei dem: chiudere in una cassapanca identità e storia per tuffarsi in una esperienza civica al 100%. Tutti uniti sul mantenimento dell’identità, ma divisi sulla seconda questione: appoggiare Orlando o andare in solitaria al voto di primavera. C’è anche chi, come Nadia Spallitta, consigliere comunale renziana già in campo, che offre la propria candidatura: “Per anni ho fatto opposizione a Orlando e per coerenza, vista l’assenza di segnali dal mio partito, ho composto un comitato civico. La città ha bisogno di cambiamenti, Orlando e il centrodestra c’erano già negli anni Ottanta. Dobbiamo esprimere un nostro candidato, io sono a disposizione”

“Chi vuole scimmiottare una ipocrita cancellazione delle identità commette un grave errore politico – sono le parole di Cracolici -. Non ho nulla contro Orlando nè contro un eventuale accordo con lui, ma è inaccettabile che il Partito democratico si auto liquidi. Inaccettabile per chi lo propone e per chi dà l’assenso. Non ho feticci sui simboli – specifica Cracolici – ma il problema è di contenuto politico e il nostro partito ha il dovere di presentare un’idea per Palermo”. Poi l’ipotesi estrema: “Mi auguro che il Pd non decida di subire la proposta di Guerini. Se il partito dovesse accettare di non esserci allora sarà un liberi tutti. Non aderirò a una lista civica del Pd”. Parole che fanno il paio con la lettera inviata dal segretario regionale Fausto Raciti agli iscritti presenti in via Bentivegna. Raciti, dopo aver rivolto un “grazie” ai presenti, non entra nel merito della questione, che verrà affrontata lunedì in direzione provinciale, ma sottolinea la “prova di maturità politica senza precedenti” da parte di chi si è mosso per “difendere la bandiera, la nostra storia e – conclude – la nostra identità”. Crocetta cavalca l’onda del malcontento e ritorna sul via libera dato da Guerini all’accordo con Orlando: “E’ inaudito che sia Roma a decidere il candidato sindaco del Pd di Palermo e se ci debba essere il simbolo o meno. Se accade questo vuol dire che non c’è più un partito e che siamo sul modello della ‘Casaleggio associati'”. Secondo il governatore “nessuno a Roma può ordinare cosa debba fare il partito in Sicilia, soprattutto senza confronto”. E ancora: “L’operazione di Ferrandelli è avvenuta con l’uscita dal carcere di Cuffaro. Si è scandalizzato e si è dimesso per una cosa che riguardava me è poi risultata falsa. Questa indecisione del Pd sta ricomponendo il centrodestra, che era scomparso. Cuffaro è l’uomo invisibile che lo sta ricomponendo e noi siamo rimasti un limbo”.

“C’è un Pd vivo e vegeto che ha voglia di parlare”, spiega il segretario provinciale Carmelo Miceli, che risponde anche ai segretari di circolo cittadini che hanno firmato un appello in favore dell’accordo con Orlando: “Spero che oggi vengano qui, nessuno è qui con posizioni preconcette. Non sbarriamo le porte a nessuno. Nel Pd ci sono luoghi di discussione e quelli delle decisioni”. Parla anche il segretario regionale organizzativo Antonio Rubino: “Se io e Miceli siamo qui oggi, a questa assemblea c’è oltre il 90% del Pd idealmente presente”. Netta la posizione di Antonio Ferrante, tra i promotori dell’incontro: “La comunità del Pd deve sentire il dovere di fare di più per questa città, ma deve anche avere il diritto di farlo con la propria storia e con il proprio orgoglio”.


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