Ve lo ricordate no, quell’impagabile Berlusconi d’annata? Vi ricordate quando, nel salotto di Vespa, annunciò che si sarebbe senz’altro compiaciuto di incontrare il papà dei fratelli Cervi. Purtroppo, Alcide Cervi – padre dei sette celebri fratelli massacrati dai fascisti – era già morto da un pezzo.
Una greve ignoranza, un tratto di belletto sull’abisso di una cultura posticcia. E figuratevi se la cosa poteva scappare a Marco Travaglio che si è esibito in uno show molto applaudito a Villa Filippina. Ci hanno riferito fonti autorevoli e plurime di un passaggio non colto da noi in un momento di distrazione (ogni tanto scappa). A quanto pare il Marco de “Il Fatto” ha ricordato la storia di Berlusconi e Cervi, troppo ghiotta. A quanto pare avrebbe pure aggiunto testualmente: sarebbe bello farli incontrare. Magari papà Cervi potrebbe resuscitare.
Ora, siccome è chiaro che papà Cervi non resusciterà, a lume di logica sarà quell’altro, cioè Berlusconi, a dover morire per mantenere la promessa. Non sfugge la rotta avvelenata della satira. Ma ci pare che l’arguzia travagliesca, nel caso, abbia un cicinino ecceduto. Va bene insultare le anime – direbbe un vecchio saggio – tuttavia lasciate stare i corpi.
Apprezziamo Travaglio quando, con ago e filo, cuce la stoffa sui buchi neri della nostra storia. E’ un lavoro prezioso. Lo apprezziamo perfino quando i suoi dardi, talvolta discutibili, giungono a bersaglio con un’eleganza che fa male. Ora invece Berlusconi farà gli scongiuri in Mondovisione. Marco – se lo hai detto davvero, con tutte le cose che sai dire – che bisogno c’era?