L'Autonomia e il divario col Nord | Il regionalismo differenziato all'Ars - Live Sicilia

L’Autonomia e il divario col Nord | Il regionalismo differenziato all’Ars

In tanti hanno preso la parola a Sala d'Ercole. Ecco gli interventi dei deputati.

IL DIBATTITO IN AULA
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PALERMO – “Quello sul regionalismo differenziato è uno dei confronti più interessanti e importanti fatti a Sala d’Ercole negli ultimi mesi”. Lo ha detto il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, al termine della seduta di oggi, durante la quale si è svolta la prima parte del dibattito sul regionalismo differenziato, misura chiesta da Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Si sono susseguiti interventi da parte di esponenti dei diversi gruppi parlamentari, con differenti sfumature e approcci all’argomento ma tutti concordi essenzialmente su un punto: “divario fra Nord e Sud non può e non deve aumentare”. La seduta riprenderà domani alle 17, nel frattempo si lavora ad un unico ordine del giorno da far approvare al Parlamento siciliano.

Come detto, tanti gli interventi dei deputati siciliani. Assente il presidente della Regione Nello Musumeci per impegni di governo. I deputati alzano la voce contro la “secessione mascherata” che porterebbe più autonomia alle regioni del Nord. Apre il dibattito Pippo Compagnone (Autonomisti): “Autonomia deve significare responsabilità. Tutti noi dobbiamo fare insieme una grande azione di contrasto e di rivisitazione degli accordi con lo Stato”. Vincenzo Figuccia (Udc) parla invece di “regioni predatorie” e sollecita un percorso comune. “Se il Sud ha rubato risorse come raccontano, com’è mai possibile che le regioni del Sud sono sempre più pov ere e le regioni ‘derubate’ sono sempre più ricche?”.

Anthony Barbagallo del Pd si appella ai “principi costituzionali”: “L’autonomia sancita dall’articolo 5 della Costituzione va letta ai sensi dell’articolo 3 e quindi alla luce del diritto di uguaglianza per cui tutti i cittadini hanno pari dignità sociale. La Sicilia – ha aggiunto – deve opporsi ad ogni progetto che miri, in maniera più o meno esplicita, ad arricchire ancora di più il Nord impoverendo il Mezzogiorno”.”.

Sergio Tancredi dei 5 Stelle dice che “sarebbe paradossale che altre regioni ottengano quello che a noi è stato negato per settant’anni”. Il deputato grillino ritiene che la Sicilia deve inserirci nella discussione pretendendo “che la Regione siciliana abbia riconosciute finalmente tutte le proprie peculiarità”. Preoccupata Eleonora Lo Curto dell’Udc: “Assisteremo alla desertificazione economica del Sud”. E invita: “Dobbiamo unirci in questa lotta di democrazia e di libertà con tutto il Sud. Faccio appello a voi, colleghi 5 Stelle, nessuno dica che vi accontentate delle vostre poltrone pur di governare a danno del Sud”.

Musumeci assente: le critiche

Molto critico sull’assenza in Aula del governatore, invece, Nello Dipasquale del Pd: “Se non poteva intervenire avrebbe dovuto chiedere il rinvio della seduta. Ha gestito questa vicenda con la strategia dei pannicelli caldi”. Dice il deputato dem: “C’è una Regione siciliana che si sta consegnando nelle mani di Salvini e della Lega” e parla di “atteggiamento supino” del presidente della Regione interessato a suo dire più al suo movimento Diventerà Bellissima. L’assessore Gaetano Armao è quindi intervenuto spiegando che Musumeci è assente “perché sta tutelando i nostri agricoltori”. “Non inquiniamo questo dibattito così alto con questioni che non sono allo stesso rilievo. È evidente che il tema va rappresentato a Roma e c’è un confronto aperto”. Anche Franco De Domenico, sempre del Pd, lamenta le assenze tra i banchi del governo e della maggioranza. “Altre regioni hanno fatto sentire la propria voce. Tutte le parti politiche hanno responsabilità perché si sono messi a inseguire Salvini sul suo terreno”. E poi si sofferma sui “livelli essenziali” che non sono mai stati definiti, a scapito del Mezzogiorno.

Il M5s: la Sicilia faccia la sua parte

I deputati del Movimento cinque stelle, pur condividendo la preoccupazione per alcuni aspetti del regionalismo differenziato, hanno chiamato in causa le responsabilità della politica siciliana. Per Elena Pagana, ad esempio, “alcune Regioni chiedono una maggiore autonomia, e a noi sembra una minaccia per le Regioni del Sud. Ma noi non siamo una semplice regione del Sud, noi siamo la Sicilia, siamo una regione diversa dalle altre per il proprio Statuto. Se poi la politica non è riuscita a far vivere la Sicilia di Sicilia stessa, non è colpa nostra. Mi dispiace molto non vedere qui il presidente Musumeci, il presidente di tutti i siciliani”. Concetti ribaditi da Stefano Zito: ““L’unica cosa che si riesce a dire, oggi, è che servono più soldi. Ma questo parlamento non sarebbe in grado di portare a termine una riforma, visto che approva tranne pochi casi, solo leggi di fatto obbligatorie. Qui si lavora poco e male. Ma lo Statuto, proprio nella parte legislativa, è il motivo del nostro ritardo: in alcuni settori abbiamo noi potestà legislativa, ma non riusciamo a legiferare. Per questo motivo siamo indietro di decenni”.

A chiudere la lunga seduta, gli interventi dei deputati Gucciardi, Aricò e Milazzo. Per Gucciardi (Pd): “Il gruppo dirigente di questa Regione deve fare outing: se pensiamo che tutto quello che è successo negli ultimi 70 anni sia un caso, sbagliamo. L’Autonomia non può diventare un mantra che non tenga conto dei principi costituzionali come quello della coesione del Paese. Perché i sovranisti che dicono di voler difendere i confini non difendono l’articolo 38 dello Statuto e con esso la Sicilia che è stata una frontiera in questi anni”. Aricò (Db)ha puntato invece il dito contro il gap infrastrutturale della Sicilia: “Dire di no? Possiamo essere d’accordo, ma solo perché pensiamo che la Sicilia è in grande ritardo a livello infrastrutturale, e non per colpa nostra. Quante decine o centinaia di miliardi dovrebbero essere investiti nelle Regioni del Sud per colmare il divario? Siamo disponibili ad avere un’unica voce e credo che il parlamento regionale possa dire ‘no’ con alcune delle questioni che sto sottoponendo a quest’Aula. Prima di federalismo, si parli di questo gap tra le Regioni”. Milazzo (Forza Italia) infine ha sottolineato le conseguenze della contemporanea entrata in vigore del regionalismo differenziato e del reddito di cittadinanza: ““Dall’unione di regionalismo differenziato e reddito di cittadinanza verrà fuori un Sud sempre più ‘assistito’ e un Nord sempre più ricco. Bisogna sospendere immediatamente questo processo, per riscriverlo. E riconoscere alla Sicilia l’insularità, e non conteggiare tra i trasferimenti ordinari dello Stato le risorse relative alle infrastrutture”.


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