Per la Procura della Repubblica di Siracusa la sentenza e’ ”conforme alle risultanze dibattimenti e al diritto”, la Procura generale di Catania invece ne chiede l’annullamento e un nuovo processo, o, in subordine, la condanna dell’imputato. Sono le divergenti valutazioni sull’assoluzione, decisa dal Tribunale monocratico di Avola il 16 maggio scorso, dall’accusa di eccesso colposo di legittima difesa di Carmelo Basile per avere ucciso, il 25 gennaio 2006, con cinque colpi di pistola il cognato Salvatore Cottonaro. Il ricorso e’ stato sollecitato dalla figlia della vittima, Elena, che si e’ costituita parte civile assistita dall’avvocato Giuseppe Lipera, sostenendo che la sede naturale del processo era la Corte d’assise e non il Tribunale monocratico.
La decisione spetta alla Corte d’appello di Catania. Secondo la Procura della Repubblica di Siracusa, ”i motivi indicati a sostegno nella richiesta non incidono sulla motivazione adottata dal decidente” e ha chiesto il ”rigetto” del ricorso. Di diverso parere la Procura generale di Catania per la quale ”quando si eccede volontariamente nella difesa, sia pure legittima, la responsabilita’ dolosa permane integralmente”, e quindi ”il giudice naturale e’ la Corte d’assise di Siracusa”. La Procura generale ha chiesto l’accoglimento del ricorso e, in subordine, la condanna dell’imputato.