ROMA – “Fui la prima ad arrivare in via della Libertà, a Palermo, dove avevano ucciso Piersanti Mattarella. Io e il mio compagno, il fotografo Franco Zecchin avevamo fatto una passeggiata e vedemmo un’automobile quasi appoggiata a un cancello. Sergio Mattarella teneva abbracciato il corpo del fratello, lo stava tirando fuori”. Così la fotografa Letizia Battaglia, intervistata dal Gr1, sulla fotografia scattata pochi istanti dopo l’agguato mafioso nel quale fu ucciso Piersanti Mattarella, allora presidente della Regione Sicilia della Democrazia Cristiana. “Avevamo le macchine fotografiche in mano, pensavo si trattasse di un piccolo incidente, ma quella volta ci siamo fermati e ho scattato. Non ho riconosciuto subito il presidente della Regione Piersanti Mattarella”.
Sul posto intanto arrivava anche un giovane magistrato, Piero Grasso, e si radunava un gruppo di gente. “E’una foto drammatica come ogni tanto capita di scattare per caso, per un intuito. Dentro c’è tutto: la moglie, la figlia, il fratello fuori dall’auto, e Sergio Mattarella chinato su Piersanti”. Quello scatto è entrato nella storia: “Rivederlo oggi sulle prime pagine – spiega Letizia Battaglia – mi fa impressione. Dopo tanti anni, è come se le cose tornassero, forse per mettersi a posto. Speriamo”.