Sgozzati durante un rapina | Licata, trovata l'arma del massacro - Live Sicilia

Sgozzati durante un rapina | Licata, trovata l’arma del massacro

La cassaforte svaligiata
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E’ stato un omicidio di gruppo, l’orrida fine dei coniugi Timoneri di Licata. Il movento, al momento, secondo gli inquirenti, sarebbe la rapina. Svuotare per intero la cassaforte di famiglia e accaparrarsi, alla fine, solo di un po’ di gioielli, una manciata di migliaia di euro il valore. Questo sarebbe il motivo di una morte atroce, da pellicola cinematrografica horror. Marito e moglie, entrambi ottantenni, sono stati trucidati nel pomeriggio di ieri, sgozzati come animali da macello, con una crudeltà senza fine. Dopo meno di 24 ore dall’accaduto, iniziano a scorgersi un paio di flebili luci, nel tunnel lunghissimo delle indagini. Secondo quanto trapela da fonti investigative, infatti, i Timoneri potrebbero aver detto no alla richiesta di aprire la cassaforte, che si trovava al piano superiore della loro villetta di via Marotta. E così i rapinatori – sicuramente non meno di quattro, secondo chi indaga – avrebbero prima ucciso Antonino Timoneri e poi la moglie Rita Di Miceli. Questa sarebbe stata finita nell’estremo tentativo di fuggire lungo le scale. La chiave della cassaforte, poi, sarebbe stata rimediata con facilità, sparsa in mezzo al mazzo di chiavi, che la coppia portava sempre con sè.

In casa, a detta degli inquirenti, i coniugi non tenevano grosse cifre, solo quei gioielli, ricordi, forse di gioventù, custoditi più con la gelosia dell’affetto che non con quella della materialità. Adesso si indaga per capire di quali capitali la coppia disponesse e se avesse o meno delle polizze sulla vita. Una coppia tranquilla, come confermano fonti istituzionali e conoscenti. Lui, ex impiegato comunale e con un trascorso da sindacalista, da anni era in pensione e viveva di abitudini sane. Così la moglie, da sempre casalinga. Certo, in paese, i coniugi avevano fama di stare bene economicamente. Non ricchissimi, ma indubbiamente benestanti, con dei buoni depositi bancari e una pensione che agli anziani non faceva mancare nulla, compreso il mantenimento della graziosa villetta, nel cuore di Licata.

Sulla vicenda indaga la procura di Agrigento, con il pm Santo Fornasier e gli agenti del locale commissariato di Polizia, insieme con quelli della squadra mobile di Agrigento, tutti agli ordini di Alfonso Iadevaia. L’assassino lo stanno cercando ovunque, non è esclusa alcuna pista. Potrebbero essere stati dei finti amici della coppia, persone che avrebbero adescato i due anziani, con il fine poi degenerato in tragedia. Nell’intenzione degli assassini, infatti, potrebbe non esserci stata la premeditazione dell’omicidio. Questa, almeno, è una delle ipotesi investigative. Il timore di essere denunciati, potrebbe avere fatto scattare la molla subitanea della macabra “esecuzione”. Gli investigatori, comunque, stanno scandagliando ogni angolo del privato dei Timoneri. Vogliono capire se, dietro l’atroce gesto, possa esserci un segnale, una vendetta, una storia pregressa, con al centro qualche volto noto alle vittime. Chi indaga sta cercando di capire se i Timoneri avevano rapporti familiari, di amicizia e di vicinato sereni o se, invece, ultimamente, si era creata una crepa con qualcuno.

Sotto i raggi X di chi indaga c’è l’intera comunità licatese, compresa anche la folta schiera di extracomunitari, che vivono nel centro storico. Ad ammazzare la coppia potrebbe essere stato chiunque, un po’ come cercare l’ago in un piccolo pagliaio. “Non si può escludere nulla – dicono gli investigatori – e le prossime ore potrebbero essere determinanti”. I coniugi Timoneri avevano ben dieci figli, uno solo di loro, però, viveva a Licata, lo stesso che si è subito precipitato sul posto, alla notizia del ritrovamento dei cadaveri. L’allarme lo ha dato una vicina di casa, che ha sentito le urla strazianti, provenienti dalla villetta. La donna è stata sottoposta per ore a interrogatorio, le sue testimonianze potrebbe sciogliere il nodo della tragedia.

Aggiornamento, ecco l’arma del delitto
E’ stata trovata l’arma utilizzata per assassinare Antonino Timoneri, di 82 anni, e Rita Di Miceli, di 81, i due coniugi trovati sgozzati ieri nel loro appartamento a Licata. Dai sopralluoghi della polizia scientifica, che ha trovati la cassaforte di casa svuotata, i banditi, forse tre o quattro, avrebbero infierito sulle vittime con un grosso coltello da cucina, trovato in soggiorno, dopo averli immobilizzati tenendoli per le braccia. In mattinata, sono riprese le audizioni di parenti, amici e vicini di casa dei due anziani. Secondo il medico legale Salvatore Oliveri, chiamato in nottata per una prima ispezione cadaverica all’interno della palazzina a due elevazioni di via Marotta, nel centro storico di Licata, il delitto sarebbe avvenuto intorno alle 18.30, un’ora prima della scoperta dei cadaveri.


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