L'intimidazione al ristorante | Il titolare: "Non capisco perché" - Live Sicilia

L’intimidazione al ristorante | Il titolare: “Non capisco perché”

Parlano Daniele Marannano, membro dell'associazione antiracket Addiopizzo e Enrico Colajanni di Libero Futuro. “Rimaniamo fiduciosi sul lavoro degli organi inquirenti”.

ai vecchietti di minchiapititto
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PALERMO – “È possibile che gli autori dell’intimidazione non si siano accorti (viste le diverse vetrofanie affisse sulle vetrine dell’esercizio commerciale) che l’attività economica aderisce già da tempo alla rete di consumo critico promossa da Addiopizzo”. È quanto ha dichiarato Daniele Marannano, membro dell’associazione antiracket Addiopizzo, dopo l’atto intimidatorio ai danni del ristorante Ai vecchietti di Minchiapititto, di via Paternostro a Palermo. All’apertura dell’esercizio commerciale il responsabile Guglielmo Castiglia di 33 anni ha trovato i lucchetti della saracinesca bloccati dalla colla.

“Rimaniamo fiduciosi sul lavoro degli organi inquirenti – ha detto Marannano -. Secondo i segnali che riceviamo dalla strada e da diversi operatori economici con cui parliamo quotidianamente, il trend dei danneggiamenti e delle intimidazioni, a parte alcuni episodi gravi ed eclatanti, è stato più o meno costante. Tale recrudescenza è dovuta anche alla necessità dell’organizzazione mafiosa di reperire quanto più denaro, per il mantenimento del cosiddetto welfare di Cosa nostra, ovvero sostentamento di famiglie di centinaia di detenuti e delle rispettive spese legali”. Grazie alle campagne di sensibilizzazione portate avanti dalle associazioni antiracket e usura, la gente adesso è più disposta a denunciare. “Si sono create delle crepe nel muro dell’omertà – aggiunge Marannano -.

Molti commercianti ed imprenditori hanno in questi anni maturato la forza e il coraggio di liberarsi dal fenomeno dell’estorsioni. Occorre un salto di qualità che porti ad una mobilitazione di massa che produca fenomeni di denunce collettive, come è stato nel caso del processo Addiopizzo e in quello alla cosca mafiosa di Carini, in cui gruppi di commercianti ed imprenditori hanno deciso di collaborare e denunciare con lo stato. Ciò è avvenuto grazie al fatto che abbiano denunciato assieme e non sono lasciati soli”. Enrico Colajanni, presidente dell’associazione antiracket Libero Futuro, non si spiega come possa essere accaduto un atto del genere in un locale certificato Addiopizzo. “L’atto intimidatorio è avvenuto in un ristorante ‘intoccabile’. Non mi spiego neppure come sia potuto avvenire una cosa del genere. Addio Pizzo è un movimento di consumo critico che mette insieme consumatori e imprenditori, nel tentativo di creare uno spazio anche economico pulito, che sia accogliente per gli imprenditori che decidono di denunciare, e non lasciarli soli. Quindi – conclude – qui non sarebbero dovuti venire. È possibile che gli strozzini abbiano voluto lasciare un segno per monitorare la presenza della polizia e capire in quanto tempo si attivano le autorità in situazioni del genere”.


 


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