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Tutti i guai del Pdl

Le amministrative non premiano gli azzurri
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D’accordo, d’accordo, il giudizio non è imparziale. Ma vale la pena di starlo a sentire. Scrive Gianfranco Miccichè sul suo blog: “Questi sono dati che devono far riflettere (spero proprio che qualcuno lo faccia!) sulla crisi d’identità ed organizzativa di un Pdl “ortodosso”, che non ha inciso e in alcuni casi è “riuscito” addirittura a non raggiungere la soglia del 5%, pur presentandosi con le insegne del maggior partito del Paese … come sbagliare un calcio di rigore a porta vuota”. D’altra parte è l’analisi compiuta dalle agenzie e dagli osservatrori. I Berlusconiani di rito ortodosso di Sicilia accusano il colpo delle amministrative. Poca roba? Chissà…

La situazione di Enna, per esempio:  il Popolo delle libertà dimezza i voti e ottiene uno scarno 11,89 per cento, perdendo dodici punti rispetto al 2005 quando An e Forza Italia fecero registrare il risultato del 24,37% per cento. Qui l’asse Pdl ‘ortodosso’- Mpa – ricordano le agenzie – ha ottenuto quattro consiglieri, due a testa: lo stesso numero raggiunto dalla sola lista che fa riferimento al sottosegretario alla Presidenza Miccichè. Proprio il candidato sindaco di Miccichè, Maria Teresa Montalbano, ha preso il 14,4% dei voti. A Palma di Montechiaro,  Alleanza Azzurra, vicina anche ai finiani, fa eleggere al primo turno Rosario Bonfanti, che coagula diverse liste civiche e l’Udc.  Il Pdl, invece, presentatosi con a fianco l’Mpa, si deve accontentare del 9,63% e di un seggio contro il precedente dato del 14,76%. A Misilmeri,  il Pdl di rito ortodosso resta fermo al 2,52% (aveva il 7,09%), non supera lo sbarramento del 5% e rimane fuori dal Consiglio comunale. Medesima a Milazzo, dove il co-coordinatore del partito in Sicilia Domenico Nania ha lavorato per presentare diverse liste civiche, ma quella col simbolo del partito, ferma al 4,7% (aveva avuto il 24,64%) non ha raggiunto il quorum. A Gela il Pdl si ferma sulla linea del Piave,  al 7,08%, quasi la metà del 13,53 che aveva avuto nelle precedenti elezioni.

Insomma, se non è un crollo, poco ci manca. Il bollettino di guerra presenta un conto salato, più morti e feriti che vittorie. Sono solo amministrative, d’accordo. Ma chissà che qualcuno a Roma non stia riflettendo sulla profezia del Miccichè ribelle che voleva e vuole una rotta diversa e sulla necessità di fare la pace. Chissà che qualcuno non ci stia già pensando.


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