Catania, omicidio di mafia: ergastolo dopo vent'anni - Live Sicilia

L’omicidio della guardia campestre: la sentenza (definitiva) 19 anni anni dopo

Parisi è stato ucciso per un regolamento di conti. Un processo tortuoso quello di Salvatore Fallica.
CONDANNA ALL'ERGASTOLO
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Aveva 53 anni. Era una guardia campestre abusiva. Gaetano Parisi è stato ammazzato in contrada Rinazze, a Biancavilla, mentre era a bordo della sua 500. Un auto lo ha speronato e sono partiti i colpi. A raffica. Non ha avuto scampo. Era il 14 aprile del 2003. Un agguato in piena regola quello in cui è caduto il paternese. La stampa locale nei primissimi giorni dopo il delitto sembrava allontanare le ipotesi di un omicidio di mafia, ma poi le indagini hanno portato al clan Toscano-Tomasello-Mazzaglia. Gli alleati dei Santapaola a Biancavilla.

Dei guanti in lattice lasciati in una macchina hanno permesso agli investigatori di arrivare ai nomi di due sicari: Salvatore Fallica e Giuseppe Longo. Le comparazioni dei Ris sul Dna hanno costituito la prova scientifica di quel lontano delitto. Ci sarebbero stati problemi all’interno del clan stesso: Parisi pare fosse una sorta di intermediario per i proprietari agricoli sottoposti ad estorsione a cui lui assicurava la guardiania. Qualcosa però non era piaciuto ai vertici della cosca di Biancavilla che ha decretato la sua morte. Il processo è stato tortuoso e si è arrivati ad una sentenza definitiva solo da pochissimo.

Negli anni scorsi la Corte d’Appello di Catania aveva assolto i due imputati ribaltando la condanna all’ergastolo comminata in primo grado. Poi un rinvio della Cassazione ha nuovamente portato il dibattimento a Catania. Nel frattempo però Giuseppe Longo è deceduto, così l’appello bis è arrivato solo per Fallica con una nuova condanna all’ergastolo qualche anno fa ed è arrivata anche la misura cautelare. Oggi i carabinieri lo hanno prelevato nella sua casa a Volterra, in provincia di Pisa, per consegnarli l’ordine di carcerazione emesso dall’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura Generale di Catania. La sentenza, a distanza di 19 anni dall’omicidio, è diventata definitiva. Questa è fino ad oggi la verità processuale. 


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