LICATA (AGRIGENTO)- Si è presentato spontaneamente, ieri intorno alle 12 nel commissariato di Licata Angelo Carità, indagato nell’ambito dell’indagine che riguarda l’omicidio di Giovanni Brunetto, 56 anni, scomparso il 7 maggio 2013 e ritrovato due giorni fa sotterrato in una buca alta tre metri in un terreno di contrada Casalotti a Canicattì di proprietà di un avvocato estraneo a tutta la vicenda.
Secondo le indagini sarebbero stati Angelo Carità, 58enne imprenditore agricolo e il suo dipendente Angelo Bianchi 37, ad aver prima effettuato il sequestro, smembrato e sotterrato il corpo di Giovanni Brunetto con il movente di un debito che il bracciante agricolo si era rifiutato di pagare. Angelo Carità, dopo aver compreso che il terreno, dove erano iniziate le ricerche dell’uomo, era stato messo sotto sequestro dalla polizia, ha capito subito che ben presto la verità sarebbe venuta fuori e così si è dato alla latitanza riuscendo a sfuggire alle forze dell’ordine che hanno invece arrestato Angelo Bianchi, il suo dipendente e presunto complice.
I pm Ignazio Fonzo e Salvatore Vella dopo che seguono l’indagine, dopo aver ricostruito la storia del credito che Giovanni Brunetto aveva con Carità, hanno dato l’ordine di scavare in quel terreno che era stato affidato a Carità da un avvocato per cui lo curava e che mostrava già i segni di precedenti spostamenti di terra; solo grazie all’aiuto di escavatori meccanici si è riuscito a trovare il corpo, fatto a pezzi precedentemente, di Giovanni Brunetto.
Subito dopo il ritrovamento sono scattati i fermi per i due presunti assassini Bianchi, subito arrestato e Carità di cui non si avevano più tracce nella sua residenza. Scattate le ricerche, ieri l’uomo si è costituto volontariamente al commissariato di Licata, per i due presunti autori dell’omicidio adesso l’accusa è di omicidio, sequestro di persona e occultamento di cadavere.