Lsu, fallimento e tasse non pagate| Sindacalista nei guai giudiziari - Live Sicilia

Lsu, fallimento e tasse non pagate| Sindacalista nei guai giudiziari

Inchiesta della Procura, non dichiarati al fisco dieci milioni di euro. Il blitz della finanza.

PALERMO – La cooperativa è fallita lo scorso luglio senza avere patrimonio attivo. E così sono stati aggrediti i beni di Francesco Amato, legale rappresentante della “Istruzione pubblica società cooperativa”. Amato è indagato per non avere presentato la documentazione fiscale e per non avere pagato le tasse.

Su richiesta del procuratore aggiunto Sergio Demontis e del sostituto Anna Battaglia il giudice per le indagini preliminari Fabio Pilato ha disposto un sequestro preventivo nei confronti di Amato fino a raggiungere la cifra di due milioni e 630 mila euro. A tanto ammonterebbero, secondo l’accusa, le tasse evase dalla coop che dava lavoro a decine di persone del bacino dei Lavoratori socialmente utili.

Un sequestro che arriva nel giorno in cui si è celebrata l’udienza davanti al giudice fallimentare Gabriella Giammona a cui andavano presentate le istanze di ammissione al passivo. Dopo il fallimento arrivano le grane giudiziarie per Amato, tra i sindacalisti (è il segretario della Felsa Cisl) più attivi nelle battaglie al fianco dei precari.

I finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo, d’intesa con l’Agenzia delle Entrate, hanno setacciato i conti della cooperativa scoprendo che negli anni di imposta sottoposti a controllo (2014, 2016 e 2017) non aveva dichiarato redditi per oltre 10 milioni di euro.

La “Istruzione pubblica”, di cui faceva parte il personale Ata (amministrativo, tecnico e ausiliario) degli Lsu, prima del fallimento, ha ottenuto in affidamento diretto, una serie di commesse dall’ufficio scolastico regionale. A livello nazionale nel 2015 Consip bandì una gara per le pulizie nelle scuole siciliane. In particolare nelle province di Enna, Messina, Ragusa, Siracusa, Caltanissetta, Catania, Trapani, Agrigento. L’unica eccezione riguardava gli istituti scolastici di Palermo ove sono stati chiamati a lavorare, senza gara pubblica, sei cooperative, tra cui quella rappresentata da Amato.


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