Lucia Azzolina in campo: "Ascoltiamo giovani e famiglie"

Lucia Azzolina in campo: “Ascoltiamo giovani e famiglie”

"Conte ha buttato giù il governo Draghi, un esecutivo che nel bene o nel male, era molto apprezzato in Europa".

Lucia Azzolina è il volto siciliano di Impegno Civico, la scissione capitanata da Luigi Di Maio che ha ricollocato una parte del Movimento cinque stelle nel campo del centrosinistra. Prima ancora, però, è stata uno dei ministri simbolo del secondo governo Conte, chiamata a dirigere la Pubblica Istruzione un attimo prima dell’arrivo dello tsunami Coronavirus. Un’era fa. Oggi, invece, le scuole riaprono e la minaccia Covid sembra un brutto ricordo.  “Mi auguro tantissimo che la pandemia ci lasci respirare”, ci dice. “Purtroppo ci sono istituti ancora senza personale scolastico”.

Dove ad esempio? 

“Guardi, in provincia di Siracusa, in particolar modo, mancano i collaboratori scolastici”. 

Perché è qui in Sicilia e non a Biella o Roma?

“Perché sono in campagna elettorale. Dal 25 agosto, siamo ogni giorno fuori di casa dalle sette del mattino all’una di notte”. 

Che campagna elettorale è?

“Siamo in ascolto delle famiglie, preoccupate per l’aumento delle bollette. Ma anche dei giovani, sempre più desolati, costretti ad andare via da una terra che amano ma che dal punto di vista lavorativo crea non pochi problemi”.

Da Conte a Di Maio: può spiegarci l’addio al Movimento cinque stelle?

“Da ministra ho lavorato tantissimo: mettendoci il cuore, la testa, le competenze. L’ho fatto perché credo che la Scuola rappresenti il futuro del nostro Paese e una speranza per la Sicilia, dove la dispersione scolastica è altissima. Caduto il Conte 2, ho continuato a lavorare per l’Istruzione. Poi però ho visto un cambiamento”.

Quale?

“Non era più il mio movimento, era diventato un partito molto patronale e assolutistico. Era diventato il partito di Giuseppe Conte. Il quale ha buttato giù il governo Draghi, un esecutivo che nel bene o nel male, era molto apprezzato in Europa e che aveva fatto crescere l’Italia sotto il profilo economico”. 

Perché Conte lo ha fatto cadere?

“Ritengo che sia stato per un atto di puro egoismo, dettato dai sondaggi e dal tentativo di mantenere la propria leadership all’interno di un partito che lui non aveva avuto il coraggio di fondare”.

Cosa le resta dell’esperienza fatta in Parlamento con il Movimento?

“Guardi, io non ho mai saputo, ad esempio, che fine abbiano fatto le mie restituzioni. Io ho restituito fino all’ultimo euro”.

Ha qualche sospetto?

“Non è che ho qualche sospetto: noi avevamo chiesto che i soldi delle restituzioni venissero sfruttati sui territori. Sia a Biella che a Siracusa, gli attivisti ci chiedevano giustamente delle sedi o dei soldi per gli eventi, ma lì non è mai arrivato un euro. Mai. L’unica sed è stata quella di Roma, a 12 mila euro mensili di affitto”.

C’è solo questo?

“Sì c’è dell’altro. Sono rimasta molto basita, non glielo nego, dalla rottura avvenuta in Sicilia sul candidatura di Caterina Chinnici. L’ho trovato un atto di deresponsabilizzazione enorme”.

Azzolina, mi perdoni, ma anche Letta ha voluto rompere con il M5s fissando come linea rossa la caduta del governo Draghi, salvo poi allearsi con Sinistra Italiana, che invece non aveva mai fatto parte del perimetro della maggioranza. Dov’è la differenza?

“Fratoianni non ha mai nascosto la distanza politica da Draghi, tant’è che non gli ha mai votato la fiducia. Conte, fino a mezz’ora prima del famoso voto al Senato, aveva garantito a Speranza e a Letta di votare la fiducia. Mezz’ora dopo, ha impedito ai suoi di votare la fiducia. Così è finita un’alleanza su cui si lavorava da mesi”.

Qual è il nesso con le vicende siciliane?

“Anche qui, la fine dell’alleanza è avvenuta per motivi connessi ai sondaggi. I cosiddetti impresentabili non c’entrano nulla. Anzi, non ce ne stavano proprio. Conte, invece, dovrebbe vedere se nelle sue liste in Calabria ci sono degli impresentabili”.

Non c’è il rischio all’interno della competizione siciliana ce ne sia un’altra e riguarda la leadership del futuro ex campo progressista? O meglio: una sfida tra Chinnici e Di Paola?

“La Chinnici è un palmo superiore, non c’è competizione. La cosa che non capisco è perché il Movimento abbia voluto cambiare anche candidato. Vedo che Barbara Floridia ha puntato sul Senato. Anche le parlamentarie sono state un bluff”.

Le risulta difficile spiegare agli elettori la differenza tra il Movimento e Impegno Civico?

“Assolutamente no. In provincia di Siracusa non interessa a nessuno che io non stia più nel M5s, interessa semmai il valore della persona e il lavoro fatto per le scuole siciliane”.

Teme che Impegno Civico possa rimanere sotto lo sbarramento?

“Non ho mai creduto ai sondaggi, che hanno sempre sbagliato. Per questo continuo tranquillamente la mia campagna elettorale: raccontando me stessa e la mia idea di Scuola”. 

Cosa risponde a chi ritiene che Luigi Di Maio sia un trasformista?

“C’è stato un percorso di maturazione e so che Luigi, oggi, non ripeterebbe mai più che ha abolito la povertà. Tutto il Movimento era maturato, poi si sono fatti dei passi indietro. Noto che Conte ha dimenticato che ha governato”.

Armi sì o armi no?

“Giuseppe Conte, per lisciare il pelo all’ala più dura del Movimento, ha dimenticato che già sotto il suo governo la spesa bellica era cresciuta in maniera significativa”.

Chi raccoglierà i frutti elettorali del Reddito di cittadinanza?

“Il Reddito deve essere migliorato nelle parti che riguardano le politiche attive sul lavoro. Non può essere abolito, come chiede FdI. E neanche non essere riformato, come chiede Conte. Va fatto un bagno di realtà e capire che i centri per l’impiego non funzionano”. 

Cosa propone?

“Come centrosinistra proponiamo il salario equo. Un modo per sconfiggere la disillusione dei giovani, soprattutto siciliani, e il lavoro nero”.

Che Italia e Sicilia ci saranno all’indomani del 25 settembre?

“Ribadisco, non credo nei sondaggi. Ma la destra di oggi è una destra antieuropea, vicina a Orban e nemica dei diritti civili”. 

Quali sono, invece, i valori del centrosinistra?

“Puntare al campo progressista significa sostenere quell’Europa che ci è stata vicina con il Pnrr. E significa pure sostenere l’uguaglianza tra le persone, indipendentemente dal sesso, dalla razza e dalla religione”.  


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