Qualche mese fa, proprio da queste colonne, lanciammo la provocazione: “Caro presidente, scelga dodici tecnici, meglio se magistrati, commissari la politica e cambi faccia a questa Sicilia”. Lombardo l’ha fatto. I tecnici li ha nominati ma la Sicilia non è cambiata per niente. Anzi. E’ passato più di un mese dalla nascita del quarto governo e gli unici segnali di vita sono le nomine dei consulenti. Altri tre come scrive la nostra Miriam Di Peri. Che si vanno ad aggiungere agli otto scelti dai vari assessori negli ultimi trenta giorni. E ai nuovi capi che sono andati ad intasare gli uffici di gabinetto. Per il resto tutto tace. La spesa pubblica è bloccata, i fornitori sono alla canna del gas, questo mese si pagheranno, forse, soltanto gli stipendi dei dipendenti. I fondi Fas non arrivano, i bandi europei con i fondi già stanziati non vengono pubblicati e quei pochi che sono partiti sono stati ritirati in fretta. Lo strombazzato piano sui rifiuti si è perso in qualche cassonetto così come non ha mai avuto attuazione il piano-casa.
Direttori e dirigenti non sono mai stati nominati, la Formazione rischia di perdere qualche centinaio di milioni perchè gli assessori che si sono succeduti nei quattro governi hanno sempre considerato negativo il piano predisposto dall’assessore precedente. Basta così? Si parla e si litiga delle nefaste previsioni sul federalismo fiscale dimenticandosi del giorno per giorno. Una strategia suicida. Lombardo non ha più alibi. Ha la maggioranza che voleva, gli assessori li ha scelti lui, ha messo i suoi uomini nelle principali leve del potere. Li faccia lavorare. Subito. I consulenti li nomini pure ma dica quali sono i punti programmatici prioritari che intende affrontare e risolvere. Firmi una sorta di contratto con i siciliani: punto per punto, mese per mese, ci dica quali riforme intende portare avanti e in che tempi. Da oggi glielo chiederemo a gran voce, tutti i giorni. Non la prenda come una minaccia, signor presidente. E’ una promessa.