Maestranze occupano palco |"Capuleti e Montecchi" non salta - Live Sicilia

Maestranze occupano palco |”Capuleti e Montecchi” non salta

La protesta nel pomeriggio è degenerata.

Teatro Bellini
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CATANIA – Stanche e deluse le maestranze del teatro Massimo Bellini di Catania hanno da oggi, deciso di lasciare il tetto dell’immobile per occupare il palco del teatro, cercando di mettere in forse anche lo svolgimento della prima di questa sera, “I Capuleti e i Montecchi”. Dopo 38 giorni di assedio sul tetto dell’immobile infatti, e nonostante le ripetute promesse di impegno da diversi esponenti della politica locale e regionale, nulla ancora è stato fatto per risolvere la loro problematica. Non solo non è stato trovato un escamotage per applicare una deroga per superare la legge che decide il blocco delle nuove assunzioni, quali questi lavoratori sono considerati, perché hanno contratti annuali da oltre 20 anni (deroga per altro applicata negli anni sin dall’avvio del blocco delle assunzioni nel 2010) non è neanche stata mantenuta la promessa di farli lavorare per un breve periodo, almeno fino al giorno in cui la dimissionaria sovrintendente Rita Gari Cinquegrana rimane in carica, ovvero il prossimo 3 novembre. “Dopo 38 giorni di promesse non sopportiamo più nulla e nessuno. Siamo stanchi. Abbiamo quindi deciso di occupare il palco perché non è giusto che l’orchestra continui a suonare quando invece la nave affonda”, afferma uno dei lavoratori, Salvo Agosta.

Arrabbiato e deluso da questa situazione anche Antonio Santonocito, responsabile regionale Snalv, Sindacato Nazionale Autonomo Lavoratori e Vertenze – aderente alla Confsal. “Non pensavamo che si arrivasse al giorno della prima senza i contratti per tutti, ma ad oggi non se ne sa nulla ed non abbiamo neanche più gli interlocutori alla Regione”, afferma il sindacalista Snalv. Con il rimpasto del governo regionale infatti, è saltato anche l’incontro, organizzato per la settimana scorsa, con l’assessore Michela Stancheris. “Non sappiamo se ci sarà ancora lei o se sarà sostituita, rimane il fatto che non abbiamo soluzioni, seppure continuiamo a confidare nella risposta fattiva di quanti sono competenti in materia alla Regione. È assurdo – afferma – non si può giocare sulla pelle di intere famiglie in modo così subdolo. Se lo stanno facendo di proposito perché credono che i lavoratori prima o poi cederanno si sbagliano di grosso. Non si tratta di disgraziati che chiedono un sostegno che non hanno, ma di lavoratori qualificati assunti con una selezione al collocamento che hanno maturato il diritto all’assunzione a tempo indeterminato”, conclude il responsabile regionale Snalv.

AGGIORNAMENTO. La protesta nel pomeriggio è degenerata. Un ex lavoratore si è presentato in via Perrotta con una tanica di benzina in mano. Prima che la situazione potesse diventare ingovernabile, sono stati allertati i carabinieri. L’azione eclatante è rientrata dopo qualche momento.

L’intervento del sindaco, garantito lo spettacolo. “Occorre che la stagione artistica prosegua senza intoppi, altrimenti il Teatro non avrà un futuro. Abbiamo chiesto alla Regione l’autorizzazione per far lavorare agli spettacoli del Bellini alcune figure necessarie all’attività ottenendo un’apertura positiva”.

Lo ha detto il Sindaco di Catania Enzo Bianco, in qualità di presidente del Consiglio d’Amministrazione del Teatro Massimo, commentando la decisione dei lavoratori, che protestano sul tetto del Bellini da diverse settimane, di non bloccare la prima di “Capuleti e Montecchi” occupando il palco come in un primo momento avevano deciso.

“Dobbiamo adesso lavorare – ha detto Bianco – alla risoluzione definitiva del problema chiedendo alla Regione di intervenire direttamente sulla legge che impedisce di impiegare questi lavoratori. Comprendo le loro grandi difficoltà, considerando che da mesi non ricevono lo stipendio ma bisogna consentire lo svolgimento della stagione. L’attività del Bellini, infatti, va tutelata a ogni costo perché rappresenta la garanzia dell’esistenza del teatro stesso e dunque della possibilità di artisti e maestranze di lavorarvi”.


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