CATANIA – Quattro arresti per mafia disposto dalla Procura Distrettuale della Repubblica di Catania ed eseguita dalla Polizia di Stato. In applicazione della misura cautelare emessa dal GIP del Tribunale etneo. Le accuse sono di tentata estorsione con l’aggravante di avere commesso il reato con il metodo mafioso. Avrebbero imposto alle loro vittime la “forza intimidatrice tipica del vincolo associativo”.
In manette sono finite quattro persone: Filippo Intelisano, di 42 anni, Luigi Calabretta, di 29, Francesco Coppola, di 50, e Virgilio Papotto, di 53. Il provvedimento e l’attività di indagine parte dalla denuncia sporta da un dirigente della società di spedizioni, BRT S.p.A., il quale riferiva che – a seguito della interruzione dei rapporti commerciali tra quest’ultima società e la Gifra S.r.l., azienda locale addetta allo svolgimento di attività di facchinaggio nel capoluogo etneo – due dipendenti della estromessa società lo avrebbero condotto presso l’abitazione di I.F., all’epoca dei fatti sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari, che pretendeva spiegazioni in ordine alla cessazione dei rapporti contrattuali.
I.F. – manifestando interessi economici di fatto sulla Gifra S.r.l., pur non rivestendo formalmente alcuna carica societaria – avrebbe minacciato il dirigente di gravi ritorsioni all’azienda e agli amministratori dell’azienda di spedizioni qualora i rapporti economici non fossero proseguiti regolarmente.
L’inchiesta condotta su direttiva della Procura, da parte della Sezione Reati contro il Patrimonio e la P.A. – Squadra Antiestorsioni – ha consentito di verificare come I.F. fosse il figlio del detenuto I.G., ritenuto storico appartenente alla compagine mafiosa Santapaola-Ercolano e che i due soggetti che si sarebbero occupati dell’accompagnamento nella citata abitazione sarebbero i cognati di I.F. e dipendenti della Gifra S.r.l., ovvero gli indagati C.L. e C.F..
Il modus operandi
Secondo quanto ricostruito dalla Questura etnea, sono state “riscontrate reiterate pressioni intimidatorie e minacce gravi da parte di P.V. (cognato di I.G. ed amministratore di fatto della Gifra S.r.l.) nei confronti dei rappresentanti locali della BRT S.p.A. al fine di ottenere la revoca della risoluzione del contratto di appalto di servizi stipulato con la Gifra S.r.l. ovvero, in alternativa, la corresponsione alla società medesima di una somma di danaro a titolo di “indennità di buonuscita” con parallele richieste di ottenere ulteriori appalti in altre regioni italiane.
Il provvedimento
Il Giudice per le indagini preliminari, su richiesta del Pubblico Ministero ha disposto l’applicazione della misura cautelare della custodia in carcere.