"Non è un capo di Cosa nostra" | Cade l'aggravante per Terracchio - Live Sicilia

“Non è un capo di Cosa nostra” | Cade l’aggravante per Terracchio

Onofrio Terracchio

Il tribunale del Riesame dà ragione ai difensori di Onofrio Terracchio. Annullata l'aggravante con cui gli veniva contestato il ruolo di vertice nella famiglia mafiosa di Pallavicino-Zen e che lo aveva spedito al 41 bis,

PALERMO – Non è un capomafia. Il tribunale del Riesame dà ragione ai difensori di Onofrio Terracchio e annulla l’aggravante con cui gli veniva contestato il ruolo di vertice nella famiglia mafiosa di Pallavicino-Zen. La questione era stata posta dalla Cassazione che aveva annullato con rinvio la parte della decisione dei giudici che definiva Pietro Magrì, Gioacchino Favaloro, Girolamo Biondino, Giuseppe Fricano e Onofrio Terracchio padrini delle cosche palermitane. Per Fricano, nei giorni scorsi, è arrivata la conferma dell’impostazione della Procura, per gli altri si attende ancora la decisione. Nel caso di Terracchio hanno avuto la meglio gli avvocati Giovanni Castronovo e Vincenzo Pillitteri.

Non è una decisione di poco conto visto che su questa aggravante si basava la decisione del ministero della Giustizia di spedire Terracchio al 41 bis dopo l’arresto di giugno scorso nel blitz Apocalisse. Il carcere duro ha tra i suoi requisiti proprio la qualità di capo di Cosa nostra. Interessante il principio di diritto sancito dalla Cassazione su istanza dei legali: l’autoproclamarsi o il vantarsi di avere un ruolo di capo non vuol dire ricoprirlo davvero. Da qui la decisione prima dei supremi giudici e ora, di rimando, del Riesame.

Emblematica la frase con cui Terracchio dava istruzioni ad alcuni picciotti per la raccolta del pizzo: “Con l’educazione ci dobbiamo andare… potete già cominciare dalla settimana che entra… e non andate a cercare autorizzazioni a nessuno perché vi sto autorizzando io”. Quest’ultima parte della frase – “vi sto autorizzando io” – sarebbe il segno della volontà di autoproclamarsi capo senza esserlo.


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