La rivelazione shock del boss| "Volevo uccidere Di Matteo" - Live Sicilia

La rivelazione shock del boss| “Volevo uccidere Di Matteo”

Il pubblico ministero Antonino Di Matteo

Ha un cognome pesantissimo nella storia della mafia il boss, di cui scegliamo di non rivelare l'identità, che ha svelato i piani di morte contro il magistrato palermitano. L'attentato era pronto, ma un blitz mandò all'aria i piani dei boss.

PALERMO – La decisione di uccidere il pubblico ministero Nino Di Matteo era stata presa da un gruppo ristretto di boss.  Una sorta di direttorio, di cui faceva parte il pezzo da novanta di Cosa nostra che ha deciso di raccontare le fasi dell’attentato. Di lui scegliamo di non rivelare l’identità. Non è un pentito, ma ha detto di volersi liberarsi di un peso diventato insopportabile. E ha riferito che era tutto pronto, ma il suo arresto, avvenuto in un recente blitz,  fece sfumare il piano di morte di cui lui era il coordinatore.

Il suo è un cognome pesantissimo nella storia della mafia. Si tratta di un boss di primo piano, un capomafia che fa parte di famiglia che ha sempre fatto la voce grossa. In carcere c’era già stato e c’è tornato pochi mesi fa. Ecco perché l’allarme al Palazzo di giustizia è massimo. Il boss non racconta storie che ha saputo da altri, perché lui era il coordinatore dell’attentato di cui erano a conoscenza quattro o cinque persone, in rappresentanza dei mandamenti mafiosi più importanti della città.

Ora si comprende meglio il significato delle parole di Leonardo Agueci e Vittorio Teresi. Il primo sta svolgendo le mansioni di procuratore capo, il secondo è l’aggiunto che, al fianco di Di Matteo e dei pm Roberto Tartaglia e Francesco Del Bene, rappresenta l’accusa al processo sulla trattativa Stato-mafia. I due aggiunti avevano detto “che l’esposizione al rischio del collega – che risulta ora più che mai attuale ed intensa – è costante oggetto della massima attenzione da parte di tutti gli organismi interessati e di questa Procura in particolare, che la sta seguendo in ogni evoluzione con grande apprensione e determinazione”. Una minaccia “intensa ed attuale”, dunque.

Pochi mesi fa era tutto pronto. L’esplosivo era già arrivato in città. Ma non si escludeva l’utilizzo di un kalashnikov. Poi, il blitz ha fatto saltare l’agguato, studiato nei minimi dettagli. In passato c’erano state altre minacce e inquietanti lettere anonime. Il collaboratore di giustizia Stefano Lo Verso aveva ricostruito che nel 2006 la cosca mafiosa di Bagheria voleva alzare il tiro, ma venne stoppata dai vertici di Cosa nostra. L’attentato, allora, doveva avvenire a Santa Flavia, località in cui Di Matteo villeggiava. Di recente dell’episodio ha parlato anche il neo pentito Antonino Zarcone. È vero, ha detto, c’era chi voleva ammazzare Di Matteo che indagava sulla mafia di quella fetta della provincia palermitana, ma il boss di Bagheria, Pino Scaduto, avrebbe frenato il gesto tanto eclatante quanto controproducente per l’intera organizzazione mafiosa.

Nel luglio 2013 fu la volta della soffiata di un confidente. Cosa nostra, disse, stava organizzando un attentato in città, pianificando le fasi operative: 15 chili di tritolo e un telecomando erano pronti per l’uso. A rivelarlo era stato un uomo che gravita negli ambienti dei traffici di droga, contigui alla mafia. Perché mafiosa sarebbe la decisione dell’attentato. Il confidente allora non avrebbe fatto nomi, ma le attenzioni si concentrarono sul pubblico ministero Nino Di Matteo.

Ora il nuovo episodio che sposta l’allarme a pochi mesi fa. A raccontarlo non è l’ultimo arrivato, ma uno che ha un ruolo operativo nella Cosa nostra che ha dominato in uno dei più potenti mandamenti mafiosi della città. Ce n’è abbastanza per fare scattare misure di emergenza. Ancor di più di quelle già attivate per proteggere Di Matteo e gli altri pm. Sta per arrivare un Hummer, un veicolo blindato in dotazione all’esercito americano. Resta un dubbio. Perché Di Matteo è finito nel mirino? C’entra il processo sulla Trattativa oppure sono le indagini trascorse del pubblico ministero ad avere dato fastidio?


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