Mafia, il blitz contro il clan barcellonese: i NOMI degli arrestati

Mafia, il blitz contro il clan barcellonese: i NOMI degli arrestati VD

Gestiva un traffico illecito di rifiuti

MESSINA. Quattordici arresti – più uno finito ai domiciliari – per concorso esterno in associazione di tipo mafioso. Ma anche, a vario titolo, per estorsione, peculato, trasferimento fraudolento di valori, violazione della pubblica custodia di cose e sottrazione di cose sottoposte a sequestro. Tutto con l’aggravante del metodo e della finalità mafiosi. 

Il Giudice per le Indagini Preliminari, su richiesta della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Messina-Direzione Distrettuale Antimafia, ha applicato la misura restrittiva. Impegnate sul campo unità di polizia giudiziaria del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, della Squadra Mobile della Questura di Messina e del Commissariato di P.S. di Barcellona Pozzo di Gotto.

I nomi

Le persone arrestate stamane dalla polizia a Barcellona Pozzo di Gotto e Milazzo sono: Giuseppe Accetta 40 anni, Luisella Alesci, di 54, Salvatore Crinó , di 57, Natale Antonino De Pasquale, di 44, Tiziana Francesca Foti, di 52, Angelo Munafò, di 44, Antonio Ofria, di 20, Carmelo Ofria di 34, Chiara Ofria, di 23, Domenico Ofria, di 54, Giuseppe Ofria, di 30, Salvatore Ofria, di 60, Fabio Andrea Salvo, di 52, Paolo Salvo, di 53, Salvatore Virgillitto, di 59. 

Il modus operandi

Gli elementi acquisiti hanno svelato l’esistenza e la operatività di una ben articolata compagine delinquenziale, di matrice mafiosa, dedita ai delitti. Ed ancora di estorsione, peculato, trasferimento fraudolento di valori, violazione della pubblica custodia di cose e sottrazione di cose sottoposte a sequestro. Commessi con l’aggravante del metodo e della finalità mafiosi, attraverso la gestione illecita di un’impresa, con sede a Barcellona Pozzo di Gotto, nel settore dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani, smaltimento di rifiuti speciali e demolizione dei veicoli.

L’impresa, a sua volta, era già destinataria di diversi provvedimenti giudiziari di sequestro e confisca, devenuti definitivi, all’esito di procedimenti penali e di misure di prevenzione antimafia. Sin dal primo provvedimento di sequestro, la ditta era stata affidata all’amministrazione di un commercialista, nominato amministratore giudiziario nel mese di giugno 2011.

La “famiglia barcellonese”

I provvedimenti giudiziari avevano riconosciuto la riconducibilità dell’impresa alla cosiddetta “famiglia mafiosa barcellonese”. Essendo stata gestita da un noto pregiudicato per reati di mafia, figlio della titolare intestataria dell’impresa, ritenuto esponente apicale, attualmente detenuto, dovendo scontare una pena definitiva proprio al 416 bis. 

Più nel dettaglio, l’attività investigativa ha consentito di ricostruire il modus operandi degli indagati al fine di creare illeciti guadagni. Attraverso la vendita di pezzi di ricambio usati senza il prescritto titolo fiscale e lo smaltimento di rifiuti non censiti. Tutto ciò grazie alla ritenuta complicità dell’amministratore giudiziario e di alcuni dipendenti, alcuni dei quali impiegati presso la ditta da oltre vent’anni. 


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