CATANIA – Mafia, l’ombra del clan Cappello – Cintorrino su Catania e Messina. Vasta operazione di guardia di finanza e carabinieri tra le due province; eseguiti 39 arresti.
Mafia ed estorsioni, blitz tra Catania e Messina
Due procure in campo, 39 persone in manette, accusate, a vario titolo, di “associazione a delinquere di stampo mafioso, associazione finalizzata al narcotraffico”. Contestati “numerosi episodi di spaccio di stupefacenti, estorsione, rapina, accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti”.
I reati sono aggravati “poiché commessi con metodo mafioso o con il fine di agevolare il clan “Cappello – Cintorrino” – e trasferimento fraudolento di valori”.
Le accuse
Secondo le ipotesi dei magistrati, gli indagati si sarebbero “adoperati per il mantenimento in vita e il rafforzamento del sodalizio mafioso, avvalendosi della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva, per commettere una serie indeterminata di “reati fine”, tra cui, in particolare, quelli legati ad attività estorsive ed al traffico organizzato e spaccio di sostanze stupefacenti”.
Le investigazioni eseguite dal Gico della guardia di finanza e dal nucleo di polizia economico-finanziaria avrebbero permesso di acquisire “molteplici evidenze indiziarie fortemente sintomatiche della perpetua operatività del clan Cintorino quali l’impegno mai scemato degli indagati per il mantenimento in carcere dei vertici storici del clan, il coinvolgimento in attività estorsive, il controllo del territorio, la disponibilità di armi da fuoco e il ricorso a figure apparentemente “pulite” e distanti per la loro custodia”.
E ancora, le procura di Catania e Messina , parlano dell'”attitudine a dirimere controversie attraverso il richiamo alla potenza e alla capacità di intimidazione propria del clan mafioso, e ancora l’attitudine di un’esponente storico a continuare ad impartire direttive dal carcere attraverso apparecchi telefonici a lui clandestinamente procurati dai familiari e comunque da persone vicine”.
Le indagini
Indagini complesse, quelle delle procure di Catania e Messina, sotto la supervisione della Direzione nazionale Antimafia e Antiterrorismo, “al fine di monitorare più efficacemente le persistenti attività, anche di sfruttamento economico del territorio, proprie dei citati clan per effetto delle cointeressenze nei territori “di confine” delle due province”.
Il provvedimento a Catania è stato emesso dal gip Simona Ragazzi su richiesta del procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e dei sostituti Assunta Musella e Alessandro Sorrentino.
L’ordinanza di Messina è stata firmata dal gip Ornella Pastore, su richiesta della procuratrice aggiunta Rosa Raffa e dei sostituti Liliana Todaro, Antonella Fradà, Fabrizio Monaco e Francesco Massara.