Mafia, i 'fedelissimi' dei Corleonesi: sconti di pena a Palermo NOMI

Mafia, i ‘fedelissimi’ dei Corleonesi: sconti di pena e prescrizioni NOMI

Cosa ha deciso la terza sezione della Corte d'Appello di Palermo
LA SENTENZA
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PALERMO – Una serie di sconti di pena sono stati decisi dalla terza sezione della Corte d’appello di Palermo nel processo d’appello bis a dieci persone coinvolte nell’operazione antimafia “Ermes 2”. L’8 maggio 2022, infatti, la Cassazione aveva parzialmente annullato, con rinvio a diversa sezione, la sentenza con cui, il 17 luglio 2020, la Corte d’appello di Palermo aveva confermato, con alcune modeste riduzioni di pena per alcuni imputati, la sentenza con cui, l’8 marzo 2018, il gup di Palermo Maria Cristina Sala condannò undici delle 13 persone coinvolte nell’inchiesta.

Mafia, l’inchiesta

L’indagine, condotta dalla polizia, il 20 dicembre 2016, era sfociata nell’arresto, a Mazara del Vallo (Trapani), di Epifanio Agate, figlio del defunto boss mafioso Mariano Agate, fedelissimo dei “corleonesi”, dei fratelli Carlo Antonio e Giuseppe Loretta, e di Angelo Castelli. Solo ai due fratelli Loretta venne contestata l’associazione mafiosa, mentre ad Epifanio Agate l’estorsione aggravata dal metodo mafioso e attribuzione fittizia ad altri di quote delle società “My Land” e “Fishmar” per evitarne la confisca da parte dello Stato. Agate, però, fu assolto dal gup Sala dall’accusa di estorsione e condannato per l’intestazione fittizia (3 anni e 8 mesi). Sempre in primo grado, le pene più severe furono per i fratelli Loretta, condannati sia per associazione mafiosa che per attribuzione fittizia ad altri di quote di società (“Mestra” e “Medioambiente”). Carlo Antonio Loretta fu condannato a 14 anni di carcere, mentre il fratello Giuseppe a 7 anni e 8 mesi.

Gli altri nomi e le pene

Pene “limate” di alcuni mesi in appello. Due anni di reclusione, poi, furono inflitti dal gup a Castelli, accusato di favoreggiamento a Cosa Nostra. Per intestazione fittizia, due anni anche per Grazia Maria Vassallo e Vita Anna Pellegrino, mogli di Giuseppe e Carlo Antonio Loretta, un anno e 8 mesi per Rachele Francaviglia, moglie di Epifanio Agate, un anno e mezzo al castelvetranese Filippo Siragusa, giornalista, un anno e 4 mesi a Nicolò Passalacqua, un anno e 2 mesi alla russa Nataliya Ostashko, dieci mesi e 20 giorni per Francesco Mangiaracina, marito di Nataliya Ostashko e cognato dell’ex capomafia mazarese, poi pentitosi, Vincenzo Sinacori. Per Passalacqua e Francaviglia pena sospesa. Adesso, il processo d’appello bis ha visto la condanna di Carlo Antonio Loretta ridursi a 10 anni e 8 mesi di reclusione e quella di Giuseppe Loretta a 5 anni. Un anno e 4 mesi, invece, per Siragusa e un anno ciascuno per Vassallo e Pellegrino. La Corte d’appello ha, inoltre, dichiarato il “non doversi procedere” per prescrizione per due capi d’imputazione contestati ad Agate, Mangiaracina, Francaviglia, Ostashko e Passalacqua, confermando nel resto la precedente sentenza.


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