Mafia, il Riesame sui Santapaola: Francesco Russo resta in carcere

Mafia, il Riesame sui Santapaola: Francesco Russo resta in carcere

Gli sviluppi dell'inchiesta "Ombra"

CATANIA – È ritenuto l’ultimo dei capi conosciuti del clan Santapaola-Ercolano, il successore del cosiddetto mafioso “dal sangue blu” Ciccio Napoli, presunto boss già condannato in primo grado. E, per ora, le accuse a carico di Francesco Russo, 51enne arrestato per mafia nell’operazione Ombra, reggono: resta, infatti, in carcere.

Il Riesame ha detto di no alla scarcerazione. Il verdetto cautelare è giunto dalla sezione Feriale del Tribunale della Libertà. Il presunto “uomo d’onore riservato” arrestato dalla polizia nell’operazione Ombra.

La Cassazione

Al suo legale, l’avvocato Vito di Stefano, resta la carta della Cassazione. Il pronunciamento del Riesame è arrivato ieri mattina. Dunque per il collegio dei sei giudici non sono scalfite, in sede cautelare, esigenze cautelari e gravi indizi alla base dell’ordinanza del Gip Marina Rizza: un documento di 281 pagine.

Per l’accusa, Russo sarebbe stato il capo della cosca dal 10 novembre 2022 “all’attualità”. Secondo i giudici, come detto, lui sarebbe stato un uomo d’onore “riservato”. Ma è accusato anche di essere uscito allo scoperto. Il 31 ottobre scorso, dopo un banale litigio sul lavoro, sarebbe brutalmente passato dalle parole ai fatti.

La mazza da baseball

Avrebbe aggredito, secondo le ipotesi di reato, assieme ad altre due persone un uomo sul lavoro. Uno avrebbe usato una mazza da baseball e l’altro gli avrebbe sparato gambizzandolo, a bruciapelo. Il movente? La vittima dell’aggressione gli aveva mancato di rispetto. Russo si sarebbe fatto rispettare a modo suo.

Dinanzi al giudice, nell’interrogatorio di garanzia, Russo si è avvalso della facoltà di non rispondere. Ha fatto scena muta. Le accuse per lui sono gravi. C’è l’associazione a delinquere di stampo mafioso. E c’è l’ipotesi di lesioni gravi aggravate.

“U paloccu riferisce a lui”

A illustrare il senso della “riservatezza”, in merito al potere mafioso di Russo, è un altro mafioso arrestato, che, intercettato, avrebbe detto: “È lui che ha la patata”. E poi avrebbe spiegato: “Se la vede da fuori… neanche lo nominano… io lo so perché lo… ma in pochi lo sappiamo… u paloccu riferisce a lui, hai capito?”.

U paloccu è il soprannome di Salvatore Mirabella, colui che per gli investigatori sarebbe stato l’unico interlocutore autorizzato, almeno in teoria, a ricevere gli ordini da Russo. L’unico interlocutore diretto. Ha superato dunque il primo vaglio del Riesame l’inchiesta condotta dalla Squadra mobile catanese.

Per la prima volta le ricostruzioni della Dda, che si basano su intercettazioni, appostamenti e ricostruzioni dei pentiti, sono passati dal vaglio di un collegio di giudici.


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