Mafia, microspie in casa| Panico al Borgo Vecchio - Live Sicilia

Mafia, microspie in casa| Panico al Borgo Vecchio

"Non parlare là dentro", la raccomandazione non è servita ad evitare l'indagine.

PALERMO – “Mi hanno gonfiato la m…”, Mimmo Tantillo perse la pazienza. Aveva appena saputo che un picciotto del Borgo Vecchio aveva trovato una microspia.

Il 6 dicembre 2015 fu il panico in un’abitazione di via Ammiraglio Gravina. Era la casa di Paolo Cocco, arrestato con l’accusa di avere pestato a morte l’avvocato Enzo Fragalà. Fu la moglie a trovare la cimice. Il marito si rivolse subito ad Antonio Tarallo, arrestato nel blitz Apocalisse: “Fai affacciare Antonio, sono Paolo”, disse al telefono parlando con la fidanzata dell’amico. “Non parlare là dentro”, suggeriva Tarallo che nel frattempo era sceso e salito sull’auto di Cocco, che gli spiegava: “Lo sai dov’era, sotto la cucina… io ho parlato con mia moglie a livello di niente… (tranquillizzava il suo interlocutore sul contenuto delle sue possibili frasi intercettate, ndr)… c’era mia suocera (si riferiva al giorno in cui aveva subito una perquisizione, ndr) non si possono abbassare… sono entrati dentro la cucina”. Tarallo: “Allora sono entrati con le doppie chiavi… con i chiavini”.

Tornarono a casa di Cocco. Dopo avere visto con i propri occhi il luogo del ritrovamento della microspia Tarallo proponeva di parlarne con qualcuno: “Vediamo se quello mi presta la macchinetta”. “Glielo vado a dire a mio zio Mimmo”, aggiungeva Cocco. Stavano parlando di Mimmo Tantillo, allora reggente della famiglia di Borgo Vecchio”. Era Tantillo, infatti, ad avere a disposizione la macchinetta per rilevare la presenza di microspie.

Nel maggio 2015 un’altra microspia fu scoperta a casa di Antonino Siragusa, altro arrestato per l’omicidio Fragalà. La scovarono i familiari che chiesero aiuto al portiere della palazzina di via Corradino di Svevia: “Me l’ha detto il portiere… mi spavento che fa qualche botto… c’è la cosa principale che voleva staccare se non la stacca ce la saliamo… il portiere ha detto che è questa… la batteria è l’alimentazione non è che è attaccata alla luce”. La madre di Siragusa, invece, corse subito a parlarne con Francesco Arcuri, pure lui in manette da alcuni giorni con l’accusa di avere partecipato all’omicidio del penalista.

 


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